1)
Ormai gli Intothebaobab hanno circa un decennio alle spalle,
due dischi, uno split e un bel po’ di concerti. Quali sono, in
positivo e in negativo, gli episodi che più vi hanno segnato e
ricordate con più piacere/ dispiacere?
Modi:
In 10 anni e passa di cose ne accadono tante, e per come li ho
vissuti io questi anni molte neanche le ricordo nitidamente. Però
quando sono in vena di pensare al passato mi trapassa il cranio un
flusso di flash, immagini, suoni, episodi e sensazioni con cui per un
motivo o per l'altro i Baobab hanno a che fare.
Io
ho fondato la banda quando avevo quasi 18 anni e ora ne ho 30, mi
sembra quasi mi accompagni da sempre questa storia qua, e i miei
ricordi prima degli Intothebaobab sono legati all'infanzia, sono
lontani. A 15 anni sono diventato più o meno quello che si potrebbe
definire un punk, ho rotto con molte situazioni su cui ruotava la mia
realtà e ho iniziato a fare altro. All'inizio facevo dei volantini,
degli stencil, una specie di fanzine da solo che non sapevo neanche a
chi farla leggere. Mio fratello più piccolo di me di 4 anni, Enciu,
mi seguiva molto in quello che facevo perchè non aveva ancora
sviluppato una sua individualità come è normale che sia quando si è
quattordicenni, e allora facemmo insieme il gruppo. Giravo già da
prima con una serratura che avevo disegnato dietro il chiodo con un
uniposca bianco, e allora la adottammo come il nostro simbolo. Ho
fatto uscire tanto di quello che mi riguarda personalmente attraverso
quella serratura e quindi di positivo e negativo...che dire...non
saprei da dove iniziare davvero. Mi sento di dire semplicemente che
ho conosciuto persone a cui tengo, e scambi di energie che senza i
Baobab non avrei provato, e in generale credo sia questa la cosa più
positiva. I ricordi più tristi per me sono i cambi di formazione
perchè sono molto legato a chi ha fatto parte del gruppo, come lo
sono a Ernesto e Lara. Anche la fine di alcuni posti occupati e le
situazioni che ne scaturivano mi danno un pò di nostalgia.
Lara:
Zero ricordi negativi a parte che non suono da 10 anni negli
IntoTheBaobab: anche se non mi immagino una vita senza; i Baobab
hanno avuto una vita senza di me! Mi piacerebbe poter dire “Io
c'ero...” come una nostalgica vecchia noiosa!
...Ma
tra ricordi, avventure e follie ne abbiamo passate tante. Da quando
ho visto gli Into ai primissimi concerti a quando mi sono trovata
dietro la batteria del gruppo. Ho conosciuto Modi al vecchio
Lazzaretto, noto squat bolognese di cui rimangono oggi solo macerie;
ricordo benissimo che mi lasciò la prima demo da ascoltare e rimasi
fulminata! Amore a primo ascolto! Nel frattempo Ernesto già si
aggirava seppur giovanissimo tra i punx di una Bologna così lontana
da sembrarmi oggi un'altra città... Siamo diventati grandi insieme e
abbiamo condiviso tantissime storie che ci continuano ad intrecciare
ancora e ancora.
Diventare
grandi però è una brutta faccenda, in qualche modo non si può
avere lo stesso istinto di quando di anni ne avevi appena venti, non
so come spiegarlo: è come nutrirsi sempre di sogni, ma aver chiaro
di sentire la fame. Per questo potrei farti un elenco enorme di
avventure, disavventure, esperienze, pazzie, concerti, viaggi, amici,
da consumare le pagine di questa 'zine; ma se la tua domanda è cosa
ricordo con più piacere, la risposta è sempre una: lasciare fuori
dal Baobab ogni menata, ogni tragedia, ogni quotidianità, ogni
normalità e sedermi sul seggiolino della batteria, della macchina di
Modi, di un bar, dello squat che ci ospita per un concerto che
abbiamo fatto o faremo. Noi tre: quello è il mio spazio infinito...
La mia sensazione più bella!
2)
Nel vostro ultimo disco “Verdi Acidi Pensieri” noto un lieve
cambiamento sia nei testi che nelle sonorità. Tutto mi sembra sempre
molto incazzato ma al contempo più riflessivo e ragionato; in “Ninna
Nanna” fa anche capolino un synth. Come è nata e/o è stata
ispirata quest’evoluzione?
Modi: L'evoluzione è costante e in qualche modo naturale. Non siamo
nati dicendoci "facciamo un gruppo di questo genere preciso"
e così continueremo ad essere. Non c'è nessun tipo di ortodossia ne
canone da rispettare, nè vogliamo essere la copia di nessun altro
gruppo. In un pezzo c'è un synt come domani potrebbe esserci un coro
fatto dai figli dei kebabbari di Bologna. Allo stesso tempo però ci
sono delle caratteristiche che ci rendono a mio modo di vedere i
Baobab e quelle rimarranno anche se magari in formule diverse: per
esempio il messaggio di ogni pezzo si deve capire, e la musica si
deve adeguare a questa esigenza. Poi secondo me bisogna essere sempre
semplici ma possibilmente mai banali.
Normalmente i gruppi fanno un disco con dei pezzi nuovi, poi
organizzano dei tour per promuoverlo. Noi facciamo esattamente il
contrario: suoniamo di volta in volta dove ci chiamano, quando
riusciamo ad andarci, e quando pensiamo sia il tempo di farlo
registriamo i pezzi che abbiamo portato in giro. Lo so...non è una
gran pensata a livello commerciale diciamo...però ha sempre
funzionato così per noi. Se voglio dire qualcosa non posso aspettare
di registrarla, trovare i soldi per stamparla e
distribuirla..passerebbero minimo due anni e già avrei avuto voglia
di dire qualcos'altro. Per me ciò che conta è l'urgenza
comunicativa, i nostri dischi sono ne più ne meno l'archivio di un
periodo che abbiamo vissuto, li facciamo solo quando per noi ha un
senso farli, senza alcuna fretta.
Lara: Verdi Acidi Pensieri è nato mentre io entravo nella band, da
frammenti, canzoni già scritte e nuove idee che prendevano forma. Lo
so che sembra assurdo, ma non riesco a descrivere i cambiamenti delle
sonorità dei Baobab anche se ci suono. Ti potrei forse dire che il
disco rispetto ai nuovi pezzi, a cui stiamo lavorando, è più punk;
ma non credo che sia mai stata abbandonata una linea per un'altra,
perché abbiamo sempre fatto quello che ci andava di fare senza
troppe domande, purché fosse chiaro il messaggio e purché ci
piacesse farlo.
3) Ci dite 5 (o più) dischi che sono fondamentali per voi
e ci spiegate perché?
Modi: - CCCP "Questi sono i miei gioielli" - Sono un gruppo unico a
parer mio, con personalità da vendere. Nei loro testi c'è qualcosa
di profondo, quasi commovente a volte. E li sento vicini perchè c'è
tanto dell'emilia romagna nel loro immaginario, se ascolti tabula
rasa elettrificata mentre fai un giro nelle campagne in cui vivo
quella canzone la puoi vedere lì, nella terra, nell'orizzonte
tagliato dai cavi delle torrette per l'elettricità. Annarella è il
mio pezzo dei CCCP preferito credo, è una poesia, è una nenia..me
la canticchio spesso in testa.
-
CRASS / POISON GIRLS - E' uno split di gente che aveva davvero
qualcosa da dire, e che in gran parte condivido. Quella scena lì è
stata un esempio per me. Tanti li hanno provati a scopiazzare ma con
risultati pessimi perchè non avevano capito niente di quel discorso.
Gruppi come i Crass e le Poison girls non dicevano cosa dovresti
essere, ma come dovresti agire per avere la possibilità di essere te
stesso. Questa è l'anarchia e la pace di cui parlavano, non una
serie di regoline da preti ma tutto il contrario. Insieme a loro ci
metto i RAF PUNK che a Bologna hanno avuto lo stesso ruolo, la stessa
urgenza, la stessa attitudine.
-
SKIN & PUNK=T.N.T. / i Nabat sono un grande gruppo, arrivano a
tanta gente perchè sono autentici in quello che fanno e dicono.
Steno ci ha sempre aiutati, è un uomo che rispetto davvero, è come
un fratello maggiore per me. Tutto il disco è bello,in particolare
in questa compilazione ci sono 2 pezzi dei Rappresaglia che secondo
me sono l'apoteosi della rabbia punk, è quasi assurdo come siano
riusciti a rinchiuderla in una registrazione! Se ascolto da questo
disco Attack! e Disperazione ad alto volume mi arriva un pugno in
faccia, una scossa lungo la spina dorsale.
-
AUT IN THE SHOCK BAND "Il nervosismo" / Questi non li
conoscete vero? Sono un gruppo mooolto underground di bologna, non
esistono più ma ci sono passato anche io al basso. Aut era la mente
di questo gruppo ed è un personaggio unico, contorto, magari anche
difficile da capire...è stato spesso considerato "politicamente
scorretto" per certi versi e quindi questo gruppo non è uscito
tanto dal garage del quartiere dove è nato, purtroppo. Aut ha un
carattere tutto suo, è greve ma geniale secondo me, ha un suo modo
psichedelico ma allo stesso tempo molto quadrato di suonare, di
esprimere quello che ha nel cranio, è un batterista e un paroliere
pazzesco e insomma...quando si dice che i fiori nascono dalla merda e
non dall'oro, questo disco lo dimostra, dio padre…
-
PUNKREAS "Paranoia e Potere" / Dopo questo disco hanno
iniziato piano piano a smerdarsi con robe più commercializzabili, ma
per puro caso i Punkreas sono stati il primo gruppo punk che ho visto
dal vivo, questo disco era appena appena uscito. Di quel concerto
ricordo ragazzi coi capelli colorati che si tuffavano senza tregua
dal palco come si farebbe in piscina, e caricavano e passavano in
mezzo al pogo tanti cilum. Presi il disco a quel concerto e lo
consumai letteralmente dal giornoi dopo. Da quel disco ho sicuramente
fatto mio il concetto che il testo si deve capire, non importa andare
velocissimi, se il testo è sensato e pensato dà più energia quello
di qualsiasi batteria ai 1000 all'ora e di qualsiasi chitarra
distorta.
-
PIOGGIA NERA "Teatri di menzogne" Nel periodo in cui ho
vissuto di più la scena punk di cui ho fatto parte i Pioggia Nera li
ricordo come quelli che forse creavano più atmosfera. Ricordo viaggi
chiusi nel cesso di un treno, strada deserte per arrivare dentro a
squat marci in piena notte, e poi all'improvviso questa atmosfera
cupa, nichilista, fredda, nera e stracciata, che puzzava di
anfetamina. E quando attaccavano a suonare questi suoni acidi che
tagliavano quella vuotezza, figure scarne che di botto si accalcano.
Il logo dei Pioggia Nera è un pipistrello, e a pensarci in quel
periodo sembravamo proprio dei cazzo di pipistrelli !
Lara:
Quando mi fanno queste domande vado sempre in crisi. Bisogna indicare
i dischi che ascolti adesso? Quelli con cui sei cresciuta? Quelli che
ti hanno cambiato la vita? @!!##@!!# Il problema è duplice: il primo
è che ho dei gusti confusi e passo da un suono ad un altro in
maniera convulsa, il secondo è che sono così legata alla musica da
avere la presunzione che mi possa descrivere. Il risultato è che ho
sempre indicato gruppi e dischi diversi per poi commentare
puntualmente ad ogni rilettura di intervista: “Ma che cazzo ho
scritto!” Ahahaha!!! Tenterò anche oggi con il vantaggio di aver
sbirciato i dischi di Modi. Nel panorama italiano anche io sono molto
legata a
-
PIOGGIA NERA -TEATRI DI MENZOGNE Perché è un disco
bellissimo dall'inizio alla fine, con dei testi da perderci la testa,
che culmina quel momento in cui l'anarco punk italiano aveva tutta
l'influenza di una sonorità cupa e autolesionista degna dei
Nerorgasmo.
-
CCCP - Compagni, cittadini, fratelli, partigiani / OrtodossiaII
Perché
stranamente è il primo disco che mi è capitato tra le mani dei
CCCP; si tratta in realtà di un doppio EP e non è il loro più
celebre album, ma è stato il mio primo ascolto... E credo di averlo
ascoltato in seguito almeno un milione di volte! I CCCP sono
visionari e geniali, in qualche modo non sarebbero ripetibili nemmeno
da loro stessi!
Per i primi tre dischi punk ci
vuole una storia:
Quando ero piccola era molto
difficile reperire i dischi dei gruppi punk. Non esisteva internet,
non c'erano negozi in provincia e non conoscevo nessuno che mi
potesse consigliare. Così un sabato mattina dei miei 15 anni,
vestita come un pappagallo brasiliano fuggito dalla gabbia; mi recai
nella grigia Milano invece di andare a scuola e sui Navigli comprai 3
album un po a caso (ricordandomi delle immagini che avevo visto su
delle magliette -ahahahah!!!-). Spesi tutti i soldi che avevo, ma
quel giorno cambiò la mia vita! Quei cd (perché acquistai dei cd, i
dischi arrivarono solo più tardi) erano:
- EXPLOITED - TROOPS OF
TOMORROW
-
CHARGED G.B.H
-THE
CLAY YEARS
- 1981 TO 84
-
DEAD KENNEDYS - GIVE ME CONVENIENCE
OR GIVE ME DEATH (...Questo in particolare l'ho proprio consumato!)
Dal piatto del mio giradischi
oggi:
BLACK
SABBATH MASTER OF REALITY – Perché
sono i Black Sabbath dovrebbe bastare
DEPECHE
MODE SONGS OF FAITH AND DEVOTION
– Perché è difficile scegliere tra i dischi dei Depeche Mode,
diciamo che ho fatto una conta ad occhi chiusi
WIPERS
- YOUTH OF AMERICA- Perché forse potrei definirlo il
mio disco preferito
4) Leggendo la vostra bio, si parla di un gruppo che nasce nella provincia e si muove, nelle situazioni meno punk possibili, fino alla città dove conosce una “scena” e un melting pot culturale molto denso. Avvenuto questo passaggio, quali furono le cose che vi colpirono di più? Ho conosciuto vari gruppi punk (e non) che venivano dalle province più sperse ed ho sempre notato una marcia in più, condividete? Se sì, perché?
Modi:
La prima volta che incontrai 'creature simili' fu ad un ritrovo in
via del Pratello a Bologna, l'intento era di fare una fanzine
collettiva, ma il tutto si ridusse a qualche incontro ogni giovedì
pomeriggio dove si beveva birra e tutti i discorsi erano
monopolizzati da un tipo più grande degli altri, un pò manesco ma
che pareva simpatico a modo suo...anni dopo, dopo svariati
trasformismi, divenne un militante di Casa Pound! A quelle sbevazzate
per strada però incontrai la Matti e poi tramite lei tutti i ragazzi
(perlo più skinheads) che organizzavano concerti in un posto che non
c'è più, il vecchio Lazzaretto, e tra loro c'era anche Lara. Poco
dopo incontrai Zanna dei No White Rag e tutto ciò che ruotava alla
Scintilla di Modena, negli anni in cui era una mecca per i giovani
punk di tutta Italia, paragonabile a quello che una volta poteva
essere il Virus di Milano secondo me. C'era un clima molto libero,
bello e selvaggio che poi non ho trovato più, almeno non più così.
C'era molta energia in quei posti, per anni mi coinvolse così tanto
che non facevo altro praticamente...tutto il tempo dedicato a
qualsiasi altra cosa mi sembrava quasi buttato, volevo solo stare con
quelle tribù di ragazzi e ragazze come me e metterci del mio. Sul
fatto che i gruppi di provincia spesso ti sembrano avere una marcia
in più non saprei...non so se è così, ma sicuramente la noia
compressa e la mentalità chiusa tipica della provincia possono
essere un grande detonatore quando ti scatta una scintilla dentro. In
più dove ci si sente completamente isolati e soli non ci sono
appigli facili a cui aggrapparsi, non c'è nessun centro sociale,
solo una scuola una chiesa e dei bar pieni di gente che parla di figa
e calcio. Quindi ti puoi affidare solo alla tua creatività per
trovare una via d'uscita.
Lara:
Bologna è stato il luogo X, come nelle mappe dei cartoni animati, ma
anche io sono cresciuta nella minuscola provincia di Bergamo tra le
pianure della nebbia. E' chiaro che quando a 18 anni sono venuta per
la prima volta a Bologna, sembrava il paese dei balocchi. C'erano
tanti squat, concerti durante la settimana, un sacco di creature
simili a me... E dopo anni passati sola ad ascoltare musica è
esplosa la mia voglia di fare e disfare. La realtà è che
improvvisamente era tutto a portata di mano, bastava avere la voglia
di rimboccarsi le maniche. I luoghi che diventarono come seconde case
e che fanno parte della storia del punk bolognese, furono sicuramente
il vecchio Lazzaretto, squat dove passavo le mie giornate, dove ho
imparato a suonare la batteria e dove ho organizzato i primi concerti
//Atlantide, che ahimè ha subito lo sgombero proprio questo
autunno// XM 24 // e sicuramente le sale prove di Steno dei Nabat, il
Vecchio Son. Riguardo la teoria che la provincia sforni menti più
ingorde sono d'accordo: Se cresci con la fame la fame ti rimane
addosso! Sicuramente chi si è trovato lontano dal tutto
a portata di mano sarà
meno propenso ad adagiarsi, al dare per scontato che tutto sia lì
confezionato, precotto, pronto all'uso...
5) Sempre parlando di “scena” e di punk, c’è qualcosa in tale ambito che vi fa davvero incazzare e trovate inopportuno?
Modi:
Adesso no, semplicemente non me ne frega più un granchè ad essere
sincero. Non so neanche se c'è una "scena" che si può
definire tale al di là dell'organizzazione di concerti, ma ci sono
degli amici, dei fratelli. il punk è fatto da situazioni e bande
diverse da città a città, è plasmato da chi lo vive di volta in
volta, non è un blocco unico a mio modo di vedere. Non sono mai
stato fissato con il concetto di "scena", forse appunto
perchè quando sono diventato un punk ero abbastanza solitario in
questo percorso, quindi non mi è mai importato tanto vederla in
questi termini. Però posso dirti che per come vedevo io la cosa anni
fa la direzione diciamo su cui ho sempre spinto è sempre rimasta
abbastanza marginale. Anche tra i punk, come in tutte le
sottoculture, ci sono state le mode del periodo, le divisioni basate
su stupide stronzate effimere, quello che fa il duro, quello che fa
il capetto, quello che fa le pecora, periodi in cui tutti dicono
essere anarchici radicali e periodi in cui tutti dicono che non
gliene frega più un cazzo di niente e si buttano a capofitto sulla
droga, periodi in cui è fiko chi suona velocissimo e altri in cui è
fiko se canta una fika...'nsomma...non è che mi abbiano mai
appassionato queste dinamiche
da branco, ma neanche le giudico più...cioè, io penso che in fondo
ognuno deve fare quello che gli pare, e ciò che accade deve
accadere. Io in quella scena, che considero più come gruppi di
aggregazione spontanea, ho coltivato e coltivo dei rapporti umani
importanti e questo mi basta. I Baobab se hanno un merito è quello
di essere stati sempre impermeabili a queste mode del momento, noi
siamo sempre andati avanti spargendo la farina del nostro sacco, che
può piacere o non piacere. Penso solo che il punk dovrebbe essere un
movimento più includente che escludente, la nostra "controcultura"
dovrebbe accettare le differenze, anche le contraddizioni interne...a
volte un presunto purismo rischia di scadere nell'ortodossia più
scassacazzo. E penso anche che oggi si potrebbe fare molto di più
sul livello della comunicazione, non barricarsi solo su posizioni
ghettizzanti che poi al di fuori da quel giro non fanno nè ca
6)
Vi abbiamo sempre trovato graficamente inusuali, c’è qualche altro
media artistico (film/libri/fumetti) che vi ispirano? Curate voi le
grafiche?
Modi:
Ispirazioni vere e proprie no, cerchiamo solo di dare un estetica che
rappresenti il più possibile l'immaginario dei suoni e dei
contenuti. Le grafiche del primo cd le avevo fatte io con dei
cartoncini colorati ritagliati da bambini autistici con cui lavoravo
all'epoca. La copertina dello split coi Piscio Sangue è la
serigrafia di un disegno di Ancè ( batterista di Bleeding e No White
Rag) che ora come lavoro tatua insieme ad Ernesto. Invece le grafiche
di Verdi Acidi Pensieri sono collage fotografici fatti da Milvio,
detto anche Sor Braciola, che fa dei lavori grafici molto belli,
oltre a saper fare altre mille cose. Come grafico si firma Enk,
cercatelo se vi capita, alcuni suoi pezzi li potete vedere sui muri
dell'XM 24 a Bologna.
7) “…dal cybersex al transgender” dice un vostro testo, cosi come la tematica transgender è trattata anche nel vostro pezzo “Chiamerò mio figlio Andrea”. Non tutti i gruppi trattano il transessualismo; cosa vi ha spinto a parlare di ciò rispetto a temi più classici ma magari scontati? Avete mai sentito parlare di una band chiamata G.L.O.S.S. che ha proprio come argomento centrale la tematiche di sessismo e transgender?
Modi:
I G.L.O.S.S. li conosco, spaccano. Quando ero più cinno (che in
bolognese vuol dire piccolo) la corriera per tornare da Bologna a
Medicina finiva alle otto di sera, quindi spesso stavo a zonzo con un
mio amico che si chiama Cico tutta la notte, e alle ore piccole sul
ponte di via Stalingrado c'era un piadinaro che rimaneva sempre
aperto e c'erano quasi solo transessuali e creature transgender che
si prostituivano lì, quindi il primo contatto sulla questione l'ho
avuto con loro ( ci parlavamo e bevevamo delle birre insieme, non
scopavamo). Il primo approccio sull'argomento l'ho avuto tramite
queste lavoratrici della notte. Ma l'interesse vero mi è nato
leggendo appunto "Dal Cybersex al trangender", un libro di
Helena Velena, che poi ho avuto la fortuna di conoscere. Tutte le
volte che ne abbiamo avuto occasione abbiamo passato notti intere a
parlare. Se vi interessa potete anche trovare su youtube una video
intervista che le ho fatto all'Ateneo Occupato dopo un nostro
concerto, e se non abitasse a Roma penso che sicuramente ci verrebbe
spontaneo fare qualche progetto insieme. Helena Velena viene dal
punk, anzi è stato, quando si chiamava ancora Jumpy Velena, un
personaggio chiave dell'anarcopunk bolognese e italiano. Ha fondato
il gruppo Raf Punk, l'Attack Punk records e il progetto/fanzine
Punk'a'minazione. Poi è stata una delle prime se non la prima a
portare in Italia una serie di esperienze, discorsi e pratiche
nell'ambito del Cybersex, del BDSM (bondage-sadomaso), ma soprattutto
ciò che le vibra (come direbbe lei) è il transgender. Transgender
non và innanzitutto confuso con transessualismo: transessuale è chi
sente il proprio corpo inadeguato e vuole cambiare completamente
sesso, da maschio a femmina o viceversa, e quindi mira ad una
normalizzazione, cioè
a rimettere in un certo senso le cose a posto
per come sono nell'ottica comune; transgender invece non è un
discorso basato puramente sulla sessualità ma sul genere, cioè è
il rifiuto delle categorie di maschio e femmina, dei costumi e
consumi tradizionali di merci correlati all'essere nati maschio o
femmina, è il voler fottersene del sistema binario 1 o 0 per
lanciarsi verso la ricerca di un altro e di un oltre...è un dito in
culo alle religioni, ad Adamo ed Eva, agli stereotipi e anche alla
repressione sessuale in generale. Una percentuale di transgenderismo
ce l'abbiamo tutti credo, ma i transgender la manifestano apertamente
e trovo questo manifestarsi coraggioso come lo erano a livello
estetico i punk della prima ora. Questa Helena, che stimo da morire,
è nato maschietto ma sembra una donna nonostante le piacciano
soprattutto le donne...quindi ha scelto di vivere anche la sua
eterosessualità da un punto di vista lesbico. Dimmelo tu, questa
ricerca, questa sperimentazione sui propri sensi e sul proprio corpo,
non è molto più punk di quello che comunemente si trova nella scena
punk? Io ci vedo un filo diretto. Da questa tensione prende spunto il
mio modo di intendere le potenzialità della nostra controcultura. Il
termine "perverso" viene da Per Vertire, ovvero cambiare
verso, mettere sottosopra le fondamenta della cultura dominante.
Bisogna manifestare con orgoglio le proprie perversioni, qualsiasi
siano.
8)
Avete side projects e/o colletivi o progetti extramusicali di
cui è necessario si venga a conoscenza?
Modi:
C'è un progetto editoriale nuovo, una fanzine che è più quasi un
libro, che si chiama Lungi da me. L'ha ideata Zanna e collaboriamo
alla realizzazione anche io e Lara. Poi per quanto mi riguarda ci
sono altri progetti in cantiere, uno si chiama Bazza Ladra, che è un
gruppo senza componenti fissi (potete trovare un pezzo che si chiama
Quasi su youtube), e poi forse a breve ci saranno altre cose, ma ne
riparliamo più avanti!
Lara:
Oltre alla fanzine io e Modi abbiamo fatto e disfatto un sacco di
cose insieme: collettivi, musica e tante idee, alcune rimaste ancora
sulle nuvole...
Al
momento faccio parte del collettivo dei punx di Atlantide che ha
appena subito un duro colpo con lo sgombero avvenuto questo autunno.
….E
anche se la batteria è il mio più grande amore, suono il basso in
altri due gruppi: gli Horror Vacui, dalle note decisamente più dark,
ed un nuovo progetto tutto femminile con il quale stiamo, tra
l'altro, per raggiungere la Sardegna: le Doxie, 100% punk rock.
Suonare
in più gruppi mi permette di colmare il mio bipolarismo musicale del
quale vi ho già lungamente parlato.
9)
Cos’è questo rumore?
Modi:
Ragazzi, lo sentite anche voi?
Lara:
Io sento solo il mio gatto che fa le fusa!
10) Come mai la serratura come simbolo?
Modi:
Come ho detto prima abbiamo usato la serratura perchè l'avevo
disegnata sul mio chiodo, al centro della schiena. Mi piaceva molto
ma non sapevo perchè. A volte si fanno le cose senza razionalizzarle
ma un perchè ce l'hanno e si realizza solo dopo. La serratura
disegnata voleva dire crearsi una via d'uscita, aprirsi ad una nuova
visione, cambiare la realtà. Se non c'è una via d'uscita nella tua
realtà la puoi sempre disegnare tu. Non ci si può solo lamentare
che fa tutto schifo, inventati qualcosa, trova la tua chiave e fuggi.
Penso che più o meno questa era l'idea che mi faceva sentire quel
simbolo quello giusto. In fin dei conti era per questo che abbiamo
fatto il gruppo, era il senso stesso del gruppo fuggire.
Lara:
Bellissima! La serratura mi piace tantissimo! Identifica un
luogo-oltre che bisogna ancora creare o che si può solo sbirciare o
immaginare, qualcosa che vale la pena difendere perché prezioso o
una cosa nascosta da cercare, un luogo nuovo, ambito, sconosciuto,
oppure una via d'uscita dalla realtà. L'abbiamo tatuata tutti e tre
in posti diversi con significati diversi... Forse il bello di questi
simboli è proprio che ci puoi vedere riflesso un sacco di sfumature
che parlino anche per una piccola parte di te.
11)
Avete qualche aneddoto divertente da raccontarci legato ai
concerti o alla vita di gruppo?
Modi: Non dirò ce ne sarebbero
troppi, ecc, ecc...te ne sparo uno che mi fa ridere tutte le volte
che ci penso. Stavamo suonando a Dijon in Francia, in un bellissimo
posto che si chiama Moloka. Già quando eravamo partiti stavo
veramente di merda, avevo un virus gastro-intestinale o qualcosa del
genere, praticamente diventi bianco, non riesci a mangiare ne bere
nulla, caghetto e vomito continui finchè non perdi 30 kg. Sentivo
che stavo per morire ma non sapevo di cosa...insomma, prima di salire
sul palco Lara mi dice che non si sente un granchè mentre fino a un
secondo prima stava benissimo. Non so come ma nonostante tutto
riusciamo a fare un bel concerto, la gente è carica e ci chiede di
fare un altro pezzo prima di scendere. Io sarà per l'adrenalina ma
quasi mi sento bene, attacchiamo tutti carichi non ricordo quale
pezzo ma dopo 10 secondi non si sente più la batteria. Io ed Ernesto
ci giriamo e c'è Lara seduta alla batteria che sta vomitando proprio
come nei fumetti di Cattivik. Delle vomitate pesissime, a fiotti, e
la cosa buffa era che un tipo l'aiutava a modo suo riempiendo tutti i
bicchieri vuoti che trovava con il suo vomito come si riempie una
bottiglietta ad una fontana! Applausi e ovazioni generali ahahah. A
fine serata il collettivo del Moloka ci ha invitato a dormire nella
loro sede, prima erano tutti festaioli ma uno ad uno
sbiancavano...abbiamo appestato tutti, una decina di persone...e per
arrivare all'unico cesso disponibile (una roba alla Trainspotting con
l'aggiunta che loro non usano il bidè...) bisognava uscire fuori al
gelo e al buio. Pensarci dopo fa ridere ma lì per lì era veramente
una roba brutta! Ci ricordano ancora come 'la peste italiana'.
Lara:
Solo 20 ore prima... Partiamo
per il primo vero Tour dei Baobab con i Call the Cops, noto gruppo di
teppisti locali, verso la Francia. Modi è già affetto da una strana
malattia medievale, anch'essa non identificata, che lo fa vomitare a
ripetizione proprio mentre siamo in viaggio. Dal primo giorno è
chiaro a tutti i ragazzi che l'unico ad essersi portato mutande di
cambio è Ernesto e verranno usate le sue mutande da tutti. La
malattia di Modi è uno starno virus gastro intestinale che infetterà
tutti; trasformando lui in untore e noi in infettatati ...E facendo
fare anche una terribile fine a tutte le mutande prestate da Ernesto!
Ma questo deve ancora avvenire, per ora siamo solo in viaggio verso
Lione; quando improvvisamente: SBAAAAAAAAAAAAAAAAAAMMMMM!!! Un boato
dal tetto dell'auto. Per una rottura non ben specificata del
portaoggetti montato sulla macchina, volano come frisbee i miei
piatti sull'autostrada Milano-Torino, che verranno recuperati
distrutti. E questo era solo l'inizio!
12)
Il tedio è finito, vi ringraziamo e vi
dedichiamo questo spazio libero per scrivere ciò che volete!
Modi:
Grazie per l'interesse che avete per i Baobab! Speriamo di riuscire a
venire prima o poi in Sardegna, ci piacerebbe un fottio!
Lara:
Grazie davvero per l'interessamento e per questa bella chiacchierata.
Un grande abbraccio!
Qualcuno il pre, qualcuno il post...
Senza essere mai stato niente
Cerco le qualità che non rendono
in questa razza umana
che adora gli orologi
e non conosce il tempo,
cerco le qualità che non valgono
in questa età di mezzo
Ha conati di vomito la terra
e si stravolge il cielo con le stelle
e non c'è modo di fuggire
e non c'è modo di fuggire MAI!
Cerco le qualità che non rendono
in questa razza umana
che adora gli orologi
e non conosce il tempo,
cerco le qualità che non valgono
in questa età di mezzo
Ha conati di vomito la terra
e si stravolge il cielo con le stelle
e non c'è modo di fuggire
e non c'è modo di fuggire MAI!
(CCCP)
Facci sapere cosa pensi / Voice your opinion