I veri protagonisti dei suoi racconti non sono tuttavia i succitati oggetti o personaggi, ma gli schizzi di qualsivoglia genere o tipo.
E, se molti usano dire che tutte le strade portano a Roma, in questo caso si sa già che tutte le strade porteranno a Uta, nel sempre rinomato carcere.
Mefis Depedis ha deciso di raccontarsi anche qui, per celebrare l'uscita del secondo volume delle sue "Grandi Avventure", nella sagace intervista che segue.
1) Cordialità. Introducici alle mirabolanti avventure di Mefis Depedis e spiegaci chi è Manfredi Scaglietti.
Manfredi Scaglietti è un’ibridazione genetica tra un nobile decaduto (Manfredi) e palazzinaro arricchito (Scaglietti)
Probabilmente lo scelsi come A.k.a. dopo averlo utilizzato come nome per il profilo facebook privato. É un viaggio tutto mio. Mi piacciono i nomi di persona al plurale. Le Grandi Avventure di Mefis Depedis è il tributo a The Great Adventures of Slick Rick.
2) Sul tuo Bandcamp si legge “Mefis Depedis è un mix tra avanspettacolo, volgarità sboccata e lirismo. Che sia in prima o in terza persona, lo scenario è grottesco, pieno di immagini morbose e situazioni borderline.” Quali sono le situazioni borderline che ti hanno ispirato così tanto sentirle degne di essere rimate? Quali sono i riferimenti culturali di Manfredi Scaglietti?
In passato i fumetti, sia americani che italiani, i salotti della tv spazzatura, Le frasi dei b-movie, i film di cassetta, tutto quello che indaga nel cattivo gusto, il folklore sotto casa che è meglio di un b-movie, i critici d’arte che si esprimono nel turpiloquio, i delinquenti con velleità artistiche.
3) Il rap sta attraversando una lunga fase di inaspettata popolarità ed esposizione mediatica, con conseguente emersione di nuovi stilemi amati od odiati senza mezze misure. Gradiremmo un commento su questo particolare periodo.
Credo sia un periodo di transizione e di stagnamento allo stesso tempo, molti numeri dopati e autoreferenzialità. C’è questa cossiddetta new wave, vedo più autenticità in certe cose rispetto alla fine degli anni novanta e più plastica in altre. Le poserate esistevano anche prima; è rimasta l’attitudine hip hop in molte cose ma la Cultura per come l’ho approcciata io ai tempi è quasi scomparsa. C’è gente fascistoide o dichiaratamente di destra che ascolta rap, la rivalsa sociale del nero/latino che sfoggia i gioielli come smacco ai bianchi middle class viene interpretata come edonismo fine a sè stesso. Del resto tutto quello che viene massificato credo che perda il significato originario.
4) Ci puoi elencare 5 (o più) dischi fondamentali per il tuo sound, con una breve postilla per ciascuno di essi?
In ordine sparso:
- “It was written” di Nas: disco per me cruciale, liriche al top, produzioni paurose dei Trackmasters.
- “2001” di Dr Dre: ha cambiato nel bene e nel male il sound dell’Hip hop mondiale e lanciato carriere.
- “Rhythm-al-ism” di Dj Quik: Un altro disco che mi ha formato molto con il suo sound. Leggendario.
- “When the disaster strikes” di Busta Rhymes: uno degli mc più creativi di sempre, flow inimitabile.
- “At the Speed of Life” di Xzibit: un disco d’esordio bello spesso, lo consumai per parecchio tempo.
- “7Th Deadly Sin” di Ice-T: uno dei miei primi acquisti, concept album bello pesante. Consigliato.
5) Quali caratteristiche deve avere un tuo beat? Quali sono quelli che, invece, ti hanno particolarmente colpito nei dischi di altri artisti (siano essi famosi o meno)?
Per me il beat parte sempre dalla sezione ritmica, basso e batteria. Ho un sacco di influenze ma mi piacciono le cose belle gonfie col cazzotto. Compressori a go go e bassline massicce. Tra i vari beatmaker mi piacciono molto Nottz, Erick Sermon, Dj Hi-Tek, alcune cose di J Dilla, Dj Scratch, Scott Storch, True Master, Dj Quik, Battlecat, Daz Dillinger.
6) Hai collaborato con una nostra vecchia conoscenza, il giovane MC nuorese Serial, secondo noi fin troppo lontano dalle luci della ribalta. Vogliamo spendere due parole per un amico comune?
Ottimo MC, unisce rime di qualità a immagini e poetica. Non a caso compare anche nel secondo capitolo de “Le Grandi Avventure di Mefis Depedis 2”.
7) Ad oggi, quali sono gli MCs conterranei chi reputi i più validi? (Lo stesso vale per qualunque altra disciplina HH desideri nominare).
Avendo molto ego dico che ascolto solo la mia roba, tiro acqua al mio mulino, ovviamente chi ha collaborato con me è tra quelli che stimo artisticamente.
8) Oggi i costi dei video si sono notevolmente abbassati, permettendo un po’ a tutti di farne uno. Siamo quindi siamo inondati da street video anonimi, con gente che gesticola mentre rappa davanti alla telecamera fissa. I tuoi video, a confronto, hanno sempre avuto una verve diversa. Da dove prendi le idee e cosa ci deve essere in un tuo video per definirsi tale?
Mi piace lo humour di bassa lega, non penso di avere idee particolarmente innovative ma quantomeno cerco di divertirmi nella loro realizzazione. Mi piacciono le cose un po’ freak. In realtà odio stare davanti alla telecamera. Lo faccio perchè ormai si associa un volto e un immaginario alla musica.
9) Sappiamo che hai in cantiere un EP con i Sample Stompers. Puoi parlarci del progetto o è ancora top secret?
Per scaramanzia dico che stiamo lavorando, è ancora tutto troppo embrionale per definirlo. A breve (si spera) avrete notizie. Gabro e Olver sono dei veri signori. Smaila e Klaus Davi sono con noi.
10) Come vedi progredire nel futuro il tuo “personaggio” e la tua musica?
Spero che la gente capisca lo spirito e si diverta, perchè io per ora ho trovato la mia formula. Vorrei diventare il Blowfly italiano. Nonostante l’introspezione e il lirismo nella scrittura siano per me dei riferimenti non mi interessa lanciare per forza dei messaggi particolari perchè, come disse Sean Price, il rap per me è l’ora di ginnastica.
11) Spazio libero (possibilmente scrivi in extra beat ;)
Un saluto a tutti i miei aficionados. Cordialità. Tenete il culo ovattato e soprattutto: Gerry Scotti tesserato PSI. Scaricate il mixtape “Le Grandi Avventure di Mefis Depedis 2” (LINK_DOWNLOAD) e visitatemi sulle mie pagine social:
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