Fosso Della Carogna - Swamp Rehearsal 2024

Dietro il moniker Fosso della Carogna si cela un culto. Un culto che da qualche anno semina il terrore nelle Marche e che, solo ora, si prepara a un rituale esplicito: una Rehearsal  Tape registrata in presa diretta. I cultisti di questa perversa dottrina non sono estranei a queste pagine. Paolo, voce e chitarra, è già passato di qui con il suo progetto NeroHazet; Alessio, alla batteria, ha già suonato con Paolo negli EternalNoirDoom, mentre la novità nella formazione è Gio, al basso, che debutta con il gruppo proprio in questa registrazione. La band si distacca dal velocismo che ha contraddistinto le precedenti incarnazioni e progetti dei membri e delinea un suono debitore di band come EyeHateGod, BuzzOven, IronMonkey, senza però dimenticarsi degli inserti molto più up-tempo e punk, quando decidono che la velocità deve essere il fulcro dell'attenzione. Sono anche evidenti le influenze black metal, visibili nelle melodie dei riff che richiamano sicuramente il suono di Bergen. Paolo, vocalist estremo e ormai rodato, opta per un registro molto simile a quello della seconda ondata del black metal, uno screaming acuto e acido che, insieme ai testi interamente in italiano, dipinge scenari folk horror che sembrano la colonna sonora del miglior film mai girato da Pupi Avati. Peccato che, in questa demo, le finestre delle case non ridano nemmeno per il cazzo. Il Fosso della Carogna decide di finalizzare il suo rituale con l'ausilio di una presa diretta in studio, delle vere e proprie prove registrate. Essendo così onestə e mostrando quella che è la loro faccia, in un ipotetico live – che si è già svolto più e più volte – la band ha dimostrato di essere molto carica e pronta a portare avanti un discorso di oltranzismo sonoro, primitivo fuzz della morte al parossismo e alla negatività totale. Ma sempre con un'etica e un'estetica DIY. Sul loro Bandcamp troverete infatti dei kit per stampare la vostra cassetta e registrare sopra qualche dannatissima tape di Biagio Antonacci sopravvissuta dagli anni '90. Detto questo, è un periodo fertile per la musica lenta, che sia doom, sludge, stoner o rivalismo settantiano, ma difficilmente si trova una band che continua ad avere un'etica DIY e punk. Ebbene, Fosso della Carogna riesce in questa impresa, facendo sì che lo sludge ritorni alle sue origini punk. Con questo ouroboros che muove la coda speriamo nell'apocalisse, o almeno in una serie di loro ottimi full-length.

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Behind the moniker Fosso della Carogna (the meaning is "carrion pit") lies a cult. A cult that has been terrorizing the Marche region of Italy for a few years and is now preparing for an explicit ritual: a Rehearsal Sal Tape recorded live. The cultists of this perverse doctrine are no strangers to these pages. Paolo, vocals and guitar, has already been featured here with his project NeroHazet. Alessio, on drums, has already played with Paolo in EternalNoirDoom, while the new addition to the lineup is Gio, on bass, making his debut with the band on this recording. The band distances itself from the fast-paced style that characterized the previous incarnations and projects of its members, shaping a sound influenced by bands like EyeHateGod, BuzzOven, IronMonkey, but still incorporating much faster, punk-driven moments when they decide speed must be the focal point of the battle. There are also clear black metal influences, particularly in the riff melodies that clearly echo the sound of Bergen. Paolo, the seasoned extreme vocalist, adopts a register similar to that of the second wave of black metal, with a high-pitched and acidic scream that, alongside lyrics entirely in Italian, paints folk horror scenarios that could be the soundtrack to the best film ever made by Pupi Avati. Unfortunately, in this demo, the windows of houses don’t laugh for shit. Fosso della Carogna decides to finalize its ritual with the help of a direct studio recording, real, unfiltered rehearsal tapes. Being so honest and showing their true face in a hypothetical live setting – one that has already taken place multiple times – the band has proven to be highly energized and ready to continue their discourse of sonic extremism, primitive fuzz death taken to the limit, and total negativity. Yet, it remains with a DIY ethic and aesthetic. On their Bandcamp, you’ll find kits to print your own tape and record over some ancient international pop tape you may have lying around. Think of a forgotten tape from the '90s with a pop star like Britney Spears or Spice Girls, for example. That said, it's a fertile period for slow music, whether doom, sludge, stoner, or 70s-style rivalries, but it’s hard to find a band that still upholds a DIY and punk ethos. Well, Fosso della Carogna succeeds in this endeavor, making sure that sludge returns to its punk origins. With this ouroboros moving its tail, we hope, either in the apocalypse or in a series of their excellent full-lengths.

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INTERVISTA - AUTODIFESA PROLETARIA

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1. Ci affascina il fatto che siete una band sparsa per vari pezzi d'Italia. Essendo isolani, questo concetto ci risulta difficile da comprendere. Raccontateci come e se questo  assetto porta ricchezza al sound della band.
Crediamo che la ricchezza del sound in piccola parte sia anche data dal fatto di aver poco tempo per vedersi fisicamente e scrivere musica, quindi crediamo ci sia stata implicitamente la necessità di dare il 200% in quelle poche ore di prove fatte pre registrazioni. La fortuna in tutto ciò è la logistica che collega Roma-Bologna, tutto sommato sono due ore di Italo, o 5 di flixbus e 10 di bestemmie. Erano forse tre anni che Elia aveva in mente una band con questo nome, questa estetica e questo tipo di contenuti. Cercava dei compagnx della nostra generazione per dare anche un segnale ai vecchi (“qui col cazzo che il punk è morto’’). Siamo solo più maranza nel farlo, ma da dove veniamo e a cosa essere grati lo abbiamo ben chiaro.

2. A voler essere critici, qualcuno vi direbbe che i temi "mutuati" dagli anni di piombo sono anacronistici, vuoti e sloganistici. Ma in realtà sembra che il tempo in cui stiamo vivendo si riaffacci a dinamiche schiaccianti e prevaricatrici. Questi tempi non possono che far emergere un po' di radicalità...?
Analizzando da un punto di vista prettamente politico, chiaramente è un richiamo ad un immaginario che difficilmente è ripetibile in quella forma, in quella misura, con quel tipo di forza. Vediamo tanti compagnx citare determinate organizzazioni, inneggiare a certi slogan, ma purtroppo poca traduzione in azioni concrete. Comprensibile, vista la totale mancanza di uno strato sociale che possa in qualche modo aiutare nell’arginare i processi repressivi. Crediamo che il lavoro a lungo termine portato avanti dagli apparatistatali e parastatali, ovvero il creare un paese in cui il dissenso sia inversamente proporzionale al peggiorare delle condizioni di vita, sia da applauso. Un lavoro (quasi mai pulito seppur impunito) ma che ha portato il conflitto sociale ad un livello bassissimo... al di là delle elezioni, delle destre e di tutte quelle paroline allarmanti della sinistra istituzionale. Non abbiamo paura della Meloni, di Cagapound o di Roberto Fiore, ma delle manovre economiche disastrose che stanno facendo le amministrazioni, spartendosi le cariche di governo dal dopoguerra a oggi; della mancanza di prospettive per la nostra generazione; del potere che il democratico cittadino medio votando regala nelle mani di bestie senza Dio che stanno vendendo la nostra esistenza a Confindustria, alle multinazionali e alle mafie. Ma se in questo pendolo di ansia e disperazione, fermandosi e rileggendo di quando le Brigate Rosse rilasciarono Macchiarini, dirigente della Sit-Siemens, scrivendo nel comunicato che “veniva rilasciato in libertà provissoria”, ebbene, ci scuserete se sorridiamo. Siamo lavoratori, studentx e militanti, qualcuno anche tifoso,contro di noi scagliano fasci e polizia. Non trattiamo questi temi solo per scelta musicale.

3. L'oi sembra tornato per restare. Ci sono orde di band che riprendono i suoni minimali degli anni '80 (vengono in mente i Rixe, ma anche gli italiani Scalpo). Voi però avete seguito un'altra strada, quella dell'oi potente e melodico che nasce con Erode e Razzaparte e si è sviluppato bene in ensemble come i Plakkaggio. Intuisco che siete giovani; sentite queste influenze più vicine a voi?
Indubbiamente e siamo molto contentx di essere influenzatx. Frequentiamo tuttx gli stessi ambienti e ascoltiamo la stessa musica da anni. Da qui nasce la scelta di proporre cover come ‘’Orgoglio Proletario’’. Siamo giovani si, ma con il passare degli anni l’attitudine resta e si tramanda. “Tempo che non ritorna” degli Erode è come la Bibbia e il Capitale in una sola opera. Solo che quel disco è meglio sia della Bibbia sia del Capitale. Per quanto riguarda la musica è Giorgio che se ne occupa, che ha cercato di scrivere avendo come riferimento proprio quei gruppi oi come gli Erode, melodici ma allo stesso tempo di una potenza straordinaria. A questo poi si sono aggiunte le influenze degli altri generi che ascoltiamo, dal metal al rap. Allo stesso tempo la fase di scrittura, vivendo in città diverse, non è stata facile, fatta di registrazioni e idee musicali scambiate via chat che poi abbiamo messo insieme quelle poche volte che siamo riusciti a vederci. Per esempio, l’unica prova fatta prima della demo è stata il giorno prima di registrare, mentre alcune canzoni dell’album nuovo sono state chiuse definitivamente proprio il giorno stesso. Prima di far uscire la demo a dicembre non sapevamo ancora bene che direzione musicale dare al progetto. Ora siamo riusciti a trovare un giusto equilibrio tra la varie influenze a cui ci rifacciamo per creare una sonorità abbastanza originale, con la quale ci si possa riconoscere.

4. Siete una band politicizzata e schierata, con temi molto duri. Era da un po' che non vedevamo una radicalità simile in ambito punk. Cosa pensate del progressivo appiattimento delle tematiche all'interno del punk?
Non vediamo appiattimento, come detto sopra è un problema che attraversa la nostra società, il punk non può fare altro che risentirne. In ogni caso, tanti gruppi nascenti continuano a portare determinati tipi di contenuto, magari più di matrice anarchica, ma poco importa, finché siamo compagnx quale dei due signori con la barba ci aveva azzeccato ci importa poco. Resta importante lo schierarsi, il fare (o il che fare cit.) non l’urlare slogan. E’ stata creata questa band con questi contenuti perché Elia con i Sacro Cuore, così come Giorgio e Greta con i 612 comma 2, e Francesco con i suoi vecchi gruppi, fanno e facevano altro (puro e meraviglioso rock n roll nel caso di Elia, street hardcore punk dal litorale ostiense per Giorgio e Greta,dallo ska-punk al punk hc per Francesco) ma non ci sentiamo da meno. Detto ciò non tolleriamo l’ambiguità. Il punk non è roba da nazisti, l’Oi! non è roba da n@zisti. Quelli che ti dicono che la musica non deve essere schierata hanno quasi sempre qualche amico nazi che frequenta la curva. Ecco: con sta roba non ci mischiamo.Facciamo musica e nella musica facciamo politica. Elia scrive i testi da un condominio occupato dietro la stazione di Bologna con altre 12 etnie da ogni latitudine. Sa bene cosa scrive, perché e che posizione prendere, considerando anche ogni minima posizione del resto del gruppo.

5.Parlateci di 5 dischi essenziali per il vostro suono, ognuno con una breve descrizione.

  • Erode “Tempo che non ritorna”, 
  • Grandine “Accendi la miccia dei tuoi pensieri”,
  • Sempre Peggio “Sempre Peggio”, 
  • Banda Bassotti “Avanzo de Cantiere” 
  • Autodifesa Proletaria “Autunno Caldo”. 
Non sono in grado di descriverli, ogni parola ne sporcherebbe la bellezza.

6. Una parte interessante è aver trovato delle citazioni rap nei vostri testi. A memoria,abbiamo sempre trovato MC che citavano il punk e il metal nelle loro liriche. Come nasce quest'idea? È un semplice "gioco" o un intrecciarsi sottoculturale poco utilizzato.
Questo tipo di intreccio si implementerà. Stiamo lavorando ad un pezzo che sarà un attacco al cuore della tamarraggine. Elia è cresciuto negli anni del liceo in cui approdò la trap in italia con Maruego e Sfera Ebbasta, e ascoltavo Noyz Narcos dalle medie. Cresciuto sulle panchine del parchetto a fumare cilum e ha sempre ascoltato il rap, e si è anche fissato parecchio sulla new school di maranza di seconda generazione milanese come Baby Gang, Neima Ezza e 8blevrai. I contenuti hanno spesso un portato di critica sociale che non va sottovalutata. Pezzi come “Assistente sociale” di Baby Gang, “Casablanca” feat Morad, o “Perif” di Neima Ezza o 8blevrai a Real Talk. Se non ascoltasse rap “Benvenuti in Via Schievano” non sarebbe mai esistita appunto. Pure per Giorgio il rap è parte fondamentale a partire dal truce klan, che a Roma è come un instituzione. L'amore di Giorgio per l'hardcore è a 360 gradi, sopra e sotto dal palco, fuori e dentro dal punk, cantanti come Noyz Narcos, Ketama e Mystic One sono solo alcuni esempi. Questo tipo di intrecci è fondamentale, quantomeno per me, per scrivere dei buoni testi. Il featuring di Renault 4 con Astore della P38 lo dimostra. Il rap come le varie sfaccettature nascono anche loro dalla strada e racchiudono tutta la rabbia della società che viene sempre di più schiacciata e lasciata a morte propria. In Italia negli ultimi anni si sta rafforzando questa ''unione'' delle varie sottoculture, sia musicalmente che politicamente, il tutto sta nel non sentirsi più importante dell’altrx.

7. Il punk sembra parlare ai diretti interessati e trovare presa su chi vive determinate
situazioni oppressive, mentre generi come la trap, nonostante un'esposizione mainstream, sembrano aggregare più strati di persone discriminate. Per citare i Contrasto: "Dove stiamo sbagliando?.
 

In nulla, è giusto che sia così, il punk ha bisogno di amore per bruciare, e quanto sarà più difficile costruire nelle macerie tanto più tornerà con determinazione la voglia di occupare stabili dove attaccare cavi per far suonare chitarre stonate. La trap è importante per capire le nuove generazioni e cosa gli passa per la testa, il punk è importante per consacrare il futuro all’unica cosa che per quelli come noi avrà mai senso. E’ una fede, senza aver bisogno di un Dio a cui rivolgersi. E' chiaro che nel mondo in cui viviamo, le comodità che ci vengono ‘’offerte’’ quotidianamente portano all’emarginazione di determinati fenomeni come nel caso del punk, e non parliamo solo in ambito musicale.

8. Sembra che il periodo della lotta armata vi affascini molto. Che corde toccano queste
suggestioni? Sembrate relativamente giovani; chi ha vissuto il passato spesso
denigra gli slanci di chi ha qualche anno in meno...

Siamo giovani ma ciò è fine a sé stesso e con tutto il rispetto per le generazioni
passate, visto lo scenario che si preannuncia, visto che non sono riusciti a cambiare
un granchè e ci hanno lasciato nella merda, chi ha vissuto il passato non dovrebbero
rompere i coglioni. Noi parliamo di questo perchè i padroni dell'epoca sono gli stessi
di adesso, anche peggiori. Siamo giovani e incazzati proprio come lo erano loro,
vogliamo spronare le persone a prendere una coscienza politica e ribaltare questo
sistema marcio.Se ci sarà modo, terreno e possibilità di sparare, gli spari sopra non saranno per noi!

9. Parlateci di eventuali side projects, collaborazioni, ecc.
Stiamo lavorando ad una sorta di collaborazione con alcuni gruppi punk rock vicini ad H4m4s, sperando ne nasca un sodalizio eterno.

10. Free Space (also Free Palestine).
Elia: بالروح بالدم نفديك يا فلسطين

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AUTODIFESA PROLETARIA - AUTUNNO CALDO

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 "dopo gli anni di piombo solo anni di merda"

O almeno così dice l'adagio. Il punk hc italiano però ha avuto più di un annata soddisfacente e il filone Oi! sta vivendo una revival con band che tengono alto il valore anthemico nei pezzi. Gli Autodifesa Proletaria, attivi sulla asse Bolo-Roma-lecce, entrano a gamba tesa in questa aspra e dura lotta, riprendendo quel filone del nostro beneamato rumore che prevede che i pezzi abbiano dei ritornelli riconoscibili e con liriche crude, militanti e d'impatto, usanza che si stava perdendo e che richiama gruppi come Tear Me Down, Colonna Infame e Affluente, almeno nelle intenzioni oltranziste e bellicose. La musica ci ricorda gli Erode (tributati con una cover), la Banda del Rione, il suono di band come Non Servium e i dimenticassimi Oltraggio, che fanno della potenza e dei leads melodici la loro arma principale. I prototipi di inno da ci sono tutti, dalle bordate contro la giustizia (Benvenuti in via Schievano), alla melanconia proletaria (Senza Tregua, altro gruppo che in qualche modo puoi ricordare gli AA), l'hooliganismo romantico (Nostalgia canaglia). I compagni non dimenticano nulla e coverizzano anche la celeberrima Renault 4 dei chiaccherati P38, progetto non esattamente nelle nostre corde che rielaborato in questa versione tra T.M.D. e Downset cattura decisamente l'attenzione dello staff. Band che non si dimentica di citare la questione palestinese che sta venendo fin troppo ignorata dalle band punk, ma non qui! Auguriamo agli Autodifesa Proletaria numerosi follow up di questo splendido esordio. C'è bisogno di realtà radicali al giorno d'oggi, e questa frontiera può essere un nuovo orizzonte auspicabile.

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"After the Years of Lead, only years of shit."

Or so the saying goes. The "Years of Lead" refers to a period of social and political turmoil in Italy during the 1970s and 1980s, characterized by widespread political turmoil and violcnce. However, Italian punk hardcore has had more than a few satisfying years, and the Oi! movement is experiencing a revival with bands maintaining the anthemic value in their tracks. Autodifesa Proletaria, active along the Bologna-Rome-Lecce axis, dive headfirst into this harsh and fierce struggle. They revive our beloved noisy tradition, ensuring that their tracks feature recognizable choruses with raw, militant, and impactful lyrics, a practice that was being lost and that recalls groups like Tear Me Down, Colonna Infame, and Affluente, at least in their extremist and belligerent intentions. Musically, they remind us of Erode (Tributed with a cover), La Banda del Rione, and the sound of bands like Non Servium or the forgotten heroes Oltraggio, which make power and melodic leads their main weapon. The prototypes of anthems are all there, from the assaults against "justice" (Benvenuti in via Schievano), proletarian melancholy (Senza Tregua, another group that somewhat resembles AA), romantic hooliganism (Nostalgia Canaglia),  the comrades are  not forgetting anything as they also cover the (In)famous Renault 4 by the controversial P38 (communist trap/rap collective), a project not exactly in our vein but reworked in this version between T.M.D. and Downset, it definitely captures the staff's attention. They also make sure to address the Palestinian issue, which is being ignored too much by punk bands, but not here! We wish Autodifesa Proletaria many follow-ups to this splendid debut. There is a need for radical realities today, and this can be a desirable horizon.

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INTERVISTA AI GAME OVER

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 I Game Over suonano Thrash Metal,si quello tupa-tupa coi jeans stretti,le scarpe da basket le vocals incazzose e i riferimenti ai filmacci horror 80/90 lo stage diving etc etc. 

Se pensate che non abbiano nulla da dire, vi sbagliate di grosso...

1-"Hellframes è il vostro quarto album. Molti gruppi giovani che si ispirano a un sound old school, partiti più o meno quando avete cominciato, sono implosi o hanno finito per fare scelte discutibili con il loro sound. Voi, invece, sembrate belli coesi e senza la minima voglia di arretrare. Come avete tenuto assieme questa band finora?"

Ziro: Ciao ragazzi e grazie mille per lo spazio che ci state dando, è un piacere fare questa intervista. Penso di parlare a nome di tutta la band se dico che l’unico modo per andare avanti è avere passione per quello che si fa, avere un obiettivo comune ed essere costanti (cose che noi per primi in passato non abbiamo rispettato). Questo si riflette poi su tutto: dal sound, all’attività live, ai rapporti con chi collabori e a tutto ciò che fa da contorno.

2-Quest’album, pur rimanendo saldamente ancorato su degli stilemi Thrash metal, sembra comunque trovare delle soluzioni che non si accartocciano su se stesse, ma contribuiscono al dinamismo del full lenght, così come gli inserti a cura di TV crimes (che già ha collaborato coi Fulci). 'Svolta' ragionata o esplosa per caso?

Ziro: Con questo disco abbiamo lavorato molto sulle canzoni e su cosa volevamo ottenere nel complesso dal disco. Non abbiamo scritto, come in passato, di getto ma ci siamo soffermati molto sulla struttura dei brani e sulla loro resa finale. Questo è dovuto alla maturazione che si ha nel corso del tempo nello scrivere dei brani, dalle influenze di un determinato periodo e sicuramente da scelte prese a monte. Volevamo un disco che fosse “cupo”, che fosse Thrash ma che avesse anche il nostro marchio. La collaborazione con Dome di TV Crimes e dei Fulci è nata quasi per caso quando incontrandolo in un locale a Milano. Ridendo e scherzando gli ho buttato lì l’idea del se avrebbe voluto fare un feat nel nostro ultimo disco e lui si è dimostrato subito carico e preso bene..

3-"Ci stanno sul cazzo due cose del 'revival' Thrash che dura da inizio 2000, i gruppi senza singalongs (ma non è il vostro caso) e tutti quei presunti intenditori che rifiutano le affinità e le influenze del punk\hardcore sul genere. Voi come vi schierate? Puristi dell’acciaio o contenti se c’è qualche cresta nel pit?"

Ziro: assolutamente la seconda. Il nostro genere è punk ma suonato da dei metallari. E’ la base della storia del Thrash. Senza il punk non esisterebbe, così come non esisterebbe senza l’Heavy Metal. Dividere diverse sfaccettature di quella che per me, e per noi, è un’unica grande scena underground non ha senso. Uno può apprezzare o meno un genere ma credo che la contaminazione sia fondamentale per non stagnare e tirare fuori sempre proposte nuove e fresche purché siano di qualità. Anche noi siamo dei frequentatori sia di concerti metal che punk o hardcore. Per noi le barriere non esistono.

4-"Siete stati recentemente protagonisti di una serata organizzata da STEEL ATTACK, un collettivo cagliaritano che sta riportando il suono old school nel capoluogo. Come vi siete trovati?"

Ziro: benissimo, siamo stati trattati da dio e anche la serata è stata veramente divertente. I ragazzi che sono venuti a vedere il concerto erano carichissimi e siamo stati sorpresi nel sentirci dire che era un bel pezzo che a un concerto metal non si vedeva pogare da un bel pezzo. La cosa ci fa un sacco piacere. Speriamo non passino ancora anni prima di tornare!

5-"Elencate 5 dischi (o più) che vi hanno formato e dateci una breve descrizione per ognuno."

Ziro: domanda sempre difficile… te ne potrei dire sicuramente uno che è

 “Ride The Lightning” dei Metallica perché per me è il disco Thrash Metal perfetto: contiene melodia e aggressività e nessuno dei brani mi stanca mai quando lo ascolto.

 Altri ti direi Van Halen, il primo disco, per il modo di suonare la chitarra che mi ha stra influenzato. 

Slayer con South Of Heaven per la capacità di essere pesanti senza andare ai 200 all’ora.

 Age Of Quarrel dei Cro-Mags che, anche se non è stata la prima band hardcore che ho ascoltato, mi ha fatto capire che metal e hardcore punk possono convivere tranquillamente e aggiungere violenza al primo.

6-"Notoriamente, essere una band italiana non ha mai favorito nessuno (almeno fino a qualche eurovision fa). Toglietevi qualche sassolino dalle hi-top e fateci capire cosa non va, anche se vediamo che il vostro progetto ha un ottimo riscontro."

Ziro: tante cose non vanno, ci vorrebbe un’analisi sociale di quello che c’è in Italia per capire perché è così difficile per una band italiana emergere rispetto una inglese, tedesca, belga o, ovviamente, americana. Però guarderei il bicchiere mezzo pieno. Ad oggi ci sono molte più band italiane che all’estero si stanno facendo valere e questo, secondo me, è sintomo di una situazione migliore di 10 anni fa. Fleshgod Apocalypse, Fulci, Messa, Hideous Divinity, Frozen Crown e ne starò scordando molti altri. Alcuni possono piacere oppure no, ma stanno facendo la differenza.

7-"L’aspetto grafico di una band non ci lascia indifferenti e abbiamo notato il bel Artwork di Mario Lopez, così come il video Path of pain si ispira molto all’Horror a tutto lattice che ha infestato gli anni 80 e 90, anche i vostri testi hanno quest’ispirazione parlateci un po' di tutto."

Ziro: certamente. La musica è solo parte di tutto quello che è una band. Senza curare la parte estetica una band è realizzata a metà. La parte visiva fa da complemento a quella sonora, sia a livello di artwork che di immagine coordinata completa (dal look sul palco, al merchandise, gadget, foto, video, ecc..). Tutto deve rispecchiare l’essenza della band.

8-"E a proposito di disegni e grafiche, sappiamo che il vostro Axeman Ziro fa dei lavori niente male. Se vuole, parlare di quello che fa questo è il momento (così come se volete spingere side project, band di amici\cugini o altre attività)."

Ziro: grazie mille per i complimenti! Si mi occupo di artwork ed illustrazione per band, e design in generale. Molti degli artwork e design del merchandising dei Game Over, come delle altre mie band, li realizzo io. Così come gran parte delle grafiche che realizziamo per i nostri canali e per la comunicazione riguardante la band. Per quanto riguarda la stampa del merchandising poi ci pensa Sanso, che ormai gestisce questo aspetto del nostro merchandising avendo la sua attività di serigrafia Split Image. 

9-"Il nome Game Over ci riporta all’ambito videoludico, siete dei fan di quello che gli adulti chiamano i 'giochini elettronici'... Se foste dentro un bel cabinato da sala anni 80\90, che tipo di gioco Arcade sareste?"

Ziro: bella domanda! Mi piacciono i giochi un po’ retro ma non eccessivamente vecchi. Sono maggiormente legato a quelli fine anni ‘90 e primi 2000. In particolare ai vari picchiaduro. Ti direi quindi un Tekken senza dubbi, Yoshimitsu è sempre stato il mio preferito. Ho comunque sempre fatto schifo.

10-"La tortura è finita, siete liberi (per ora…anche se non avete la seconda cover dei Motorhead). Spazio libero."

 Ziro: grazie mille per lo spazio che ci hai dato! A chi legge ascoltatevi il nuovo disco “Hellframes” uscito qualche mese fa e ci vediamo a uno dei prossimi concerti sopra o sotto il palco!




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GAME OVER INTERVIEW

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1-Hellframes is your fourth album. Many young bands inspired by an old-school sound, starting around the same time as you, have imploded or ended up making questionable choices with their sound. You, however, seem cohesive and unwilling to back down. How have you kept this band together so far?

Ziro: Hi guys and thanks a lot for the space you’re giving us, it's a pleasure to do this interview. I think I speak on behalf of the whole band when I say that the only way to move forward is to have passion for what you do, have a common goal, and be consistent (things we ourselves didn’t always adhere to in the past). This reflects on everything: from the sound, to live activity, to relationships with collaborators, and everything else that surrounds it

2- This album, while firmly anchored in Thrash metal stylistics, still seems to find solutions that don't collapse in on themselves but contribute to the dynamism of the full length, such as the inserts curated by TV Crimes (who has already collaborated with Fulci). Was this a calculated turn or something that exploded by chance?

Ziro: With this record, we worked a lot on the songs and what we wanted to achieve from the album as a whole. We didn’t write impulsively as we did in the past, but we focused a lot on the structure of the songs and their final delivery. This is due to the maturation that comes over time when writing songs, the influences of a certain period, and definitely choices made beforehand. We wanted a record that was "dark," that was Thrash but also had our stamp. The collaboration with Dome from TV Crimes and Fulci almost happened by chance when we met him in a club in Milan. Jokingly, I threw out the idea of him doing a feature on our latest record, and he immediately got excited and jumped on board.
 
3 - We can’t stand two things about the 'revival' Thrash that has lasted since the early 2000s: bands without singalongs (which isn't your case) and all those supposed experts who reject the punk/hardcore influences on the genre. Where do you stand? Steel purists or happy if there are some mohawks in the pit?

Ziro: Absolutely the latter. Our genre is punk but played by metalheads. It’s the foundation of Thrash history. Without punk, it wouldn’t exist, just as it wouldn’t without Heavy Metal. Dividing different facets of what, for me and us, is a single large underground scene makes no sense. One can appreciate or dislike a genre, but I believe that contamination is essential to avoid stagnation and always bring out new and fresh proposals, as long as they are of quality. We are also attendees of both metal and punk or hardcore concerts. For us, barriers do not exist.

4 - You were recently part of an evening organized by STEEL ATTACK, a collective from Cagliari that is bringing back the old school sound to the city. How did you find it?

Ziro: Great, we were treated like gods, and the evening was really fun. The kids who came to see the concert were super pumped, and we were surprised to hear that it had been a long time since they had seen such a mosh at a metal concert. This makes us very happy. We hope it won't be years before we return!

5 -List 5 (or more) albums that shaped you and give us a brief description of each.

Ziro: This is always a tough question… I can definitely tell you one, which is “Ride The Lightning” by Metallica because, for me, it is the perfect Thrash Metal album: it contains melody and aggression, and none of the songs ever tire me when I listen to them. Others would be Van Halen's first album, for the way of playing the guitar that greatly influenced me. Slayer’s “South Of Heaven” for the ability to be heavy without going 200 mph. “Age Of Quarrel” by Cro-Mags, which, even if it wasn’t the first hardcore band I listened to, made me realize that metal and hardcore punk can coexist peacefully and add violence to the former.

6 - Notoriously, being an Italian band has never favored anyone (at least until a few Eurovision contests ago). Get some stuff off your chest and let us know what’s wrong, even though we see your project is very well received.

Ziro: A lot of things are wrong; it would take a social analysis of what is happening in Italy to understand why it is so difficult for an Italian band to emerge compared to an English, German, Belgian, or, obviously, American band. However, I would look at the glass half full. Today, there are many more Italian bands that are making a name for themselves abroad, which, in my opinion, is a sign of a better situation than 10 years ago. Fleshgod Apocalypse, Fulci, Messa, Hideous Divinity, Frozen Crown, and I’m sure I’m forgetting many others. Some you may like or not, but they are making a difference.

7 - The visual aspect of a band does not leave us indifferent, and we noticed the beautiful artwork by Mario Lopez, as well as the video 'Path of Pain' being heavily inspired by the latex horror that infested the 80s and 90s. Do your lyrics also draw from this inspiration? Tell us a bit about it all.

Ziro: Certainly. Music is only part of what a band is. Without taking care of the aesthetic part, a band is only halfway realized. The visual part complements the sound, both in terms of artwork and complete coordinated image (from the look on stage to merchandise, gadgets, photos, videos, etc.). Everything must reflect the essence of the band.

8 - And speaking of drawings and graphics, we know that your axeman Ziro does some pretty cool work. If he wants to talk about what he does, this is the time (as well as if you want to promote side projects, bands of friends/cousins, or other activities).

Ziro: Thanks a lot for the compliments! Yes, I do artwork and illustration for bands, and design in general. Many of the artworks and merchandise designs for Game Over, as well as for my other bands, are done by me. Just like most of the graphics we create for our channels and band-related communication. As for the merchandise printing, Sanso takes care of it, as he now manages this aspect of our merchandising with his screen printing business, Split Image.

9 - The name Game Over takes us back to the gaming world. Are you fans of what adults call 'electronic games'... If you were inside a nice arcade cabinet from the 80s/90s, what type of Arcade game would you be?

Ziro: Good question! I like games that are a bit retro but not too old. I'm more attached to those from the late '90s and early 2000s, particularly various fighting games. So I’d say definitely a Tekken, with Yoshimitsu always being my favorite. Although I’ve always been terrible at it.

10  - The torture is over, you are free (for now...even though you don’t have the second Motorhead cover). Free space.

Ziro: Thanks a lot for the space you gave us! To those reading, check out our new album “Hellframes” released a few months ago, and see you at one of the next concerts, on or off the stage


 
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