AUTODIFESA PROLETARIA - AUTUNNO CALDO

 "dopo gli anni di piombo solo anni di merda"

O almeno così dice l'adagio. Il punk hc italiano però ha avuto più di un annata soddisfacente e il filone Oi! sta vivendo una revival con band che tengono alto il valore anthemico nei pezzi. Gli Autodifesa Proletaria, attivi sulla asse Bolo-Roma-lecce, entrano a gamba tesa in questa aspra e dura lotta, riprendendo quel filone del nostro beneamato rumore che prevede che i pezzi abbiano dei ritornelli riconoscibili e con liriche crude, militanti e d'impatto, usanza che si stava perdendo e che richiama gruppi come Tear Me Down, Colonna Infame e Affluente, almeno nelle intenzioni oltranziste e bellicose. La musica ci ricorda gli Erode (tributati con una cover), la Banda del Rione, il suono di band come Non Servium e i dimenticassimi Oltraggio, che fanno della potenza e dei leads melodici la loro arma principale. I prototipi di inno da ci sono tutti, dalle bordate contro la giustizia (Benvenuti in via Schievano), alla melanconia proletaria (Senza Tregua, altro gruppo che in qualche modo puoi ricordare gli AA), l'hooliganismo romantico (Nostalgia canaglia). I compagni non dimenticano nulla e coverizzano anche la celeberrima Renault 4 dei chiaccherati P38, progetto non esattamente nelle nostre corde che rielaborato in questa versione tra T.M.D. e Downset cattura decisamente l'attenzione dello staff. Band che non si dimentica di citare la questione palestinese che sta venendo fin troppo ignorata dalle band punk, ma non qui! Auguriamo agli Autodifesa Proletaria numerosi follow up di questo splendido esordio. C'è bisogno di realtà radicali al giorno d'oggi, e questa frontiera può essere un nuovo orizzonte auspicabile.

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"After the Years of Lead, only years of shit."

Or so the saying goes. The "Years of Lead" refers to a period of social and political turmoil in Italy during the 1970s and 1980s, characterized by widespread political turmoil and violcnce. However, Italian punk hardcore has had more than a few satisfying years, and the Oi! movement is experiencing a revival with bands maintaining the anthemic value in their tracks. Autodifesa Proletaria, active along the Bologna-Rome-Lecce axis, dive headfirst into this harsh and fierce struggle. They revive our beloved noisy tradition, ensuring that their tracks feature recognizable choruses with raw, militant, and impactful lyrics, a practice that was being lost and that recalls groups like Tear Me Down, Colonna Infame, and Affluente, at least in their extremist and belligerent intentions. Musically, they remind us of Erode (Tributed with a cover), La Banda del Rione, and the sound of bands like Non Servium or the forgotten heroes Oltraggio, which make power and melodic leads their main weapon. The prototypes of anthems are all there, from the assaults against "justice" (Benvenuti in via Schievano), proletarian melancholy (Senza Tregua, another group that somewhat resembles AA), romantic hooliganism (Nostalgia Canaglia),  the comrades are  not forgetting anything as they also cover the (In)famous Renault 4 by the controversial P38 (communist trap/rap collective), a project not exactly in our vein but reworked in this version between T.M.D. and Downset, it definitely captures the staff's attention. They also make sure to address the Palestinian issue, which is being ignored too much by punk bands, but not here! We wish Autodifesa Proletaria many follow-ups to this splendid debut. There is a need for radical realities today, and this can be a desirable horizon.

BANDCAMP

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INTERVISTA AI GAME OVER

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 I Game Over suonano Thrash Metal,si quello tupa-tupa coi jeans stretti,le scarpe da basket le vocals incazzose e i riferimenti ai filmacci horror 80/90 lo stage diving etc etc. 

Se pensate che non abbiano nulla da dire, vi sbagliate di grosso...

1-"Hellframes è il vostro quarto album. Molti gruppi giovani che si ispirano a un sound old school, partiti più o meno quando avete cominciato, sono implosi o hanno finito per fare scelte discutibili con il loro sound. Voi, invece, sembrate belli coesi e senza la minima voglia di arretrare. Come avete tenuto assieme questa band finora?"

Ziro: Ciao ragazzi e grazie mille per lo spazio che ci state dando, è un piacere fare questa intervista. Penso di parlare a nome di tutta la band se dico che l’unico modo per andare avanti è avere passione per quello che si fa, avere un obiettivo comune ed essere costanti (cose che noi per primi in passato non abbiamo rispettato). Questo si riflette poi su tutto: dal sound, all’attività live, ai rapporti con chi collabori e a tutto ciò che fa da contorno.

2-Quest’album, pur rimanendo saldamente ancorato su degli stilemi Thrash metal, sembra comunque trovare delle soluzioni che non si accartocciano su se stesse, ma contribuiscono al dinamismo del full lenght, così come gli inserti a cura di TV crimes (che già ha collaborato coi Fulci). 'Svolta' ragionata o esplosa per caso?

Ziro: Con questo disco abbiamo lavorato molto sulle canzoni e su cosa volevamo ottenere nel complesso dal disco. Non abbiamo scritto, come in passato, di getto ma ci siamo soffermati molto sulla struttura dei brani e sulla loro resa finale. Questo è dovuto alla maturazione che si ha nel corso del tempo nello scrivere dei brani, dalle influenze di un determinato periodo e sicuramente da scelte prese a monte. Volevamo un disco che fosse “cupo”, che fosse Thrash ma che avesse anche il nostro marchio. La collaborazione con Dome di TV Crimes e dei Fulci è nata quasi per caso quando incontrandolo in un locale a Milano. Ridendo e scherzando gli ho buttato lì l’idea del se avrebbe voluto fare un feat nel nostro ultimo disco e lui si è dimostrato subito carico e preso bene..

3-"Ci stanno sul cazzo due cose del 'revival' Thrash che dura da inizio 2000, i gruppi senza singalongs (ma non è il vostro caso) e tutti quei presunti intenditori che rifiutano le affinità e le influenze del punk\hardcore sul genere. Voi come vi schierate? Puristi dell’acciaio o contenti se c’è qualche cresta nel pit?"

Ziro: assolutamente la seconda. Il nostro genere è punk ma suonato da dei metallari. E’ la base della storia del Thrash. Senza il punk non esisterebbe, così come non esisterebbe senza l’Heavy Metal. Dividere diverse sfaccettature di quella che per me, e per noi, è un’unica grande scena underground non ha senso. Uno può apprezzare o meno un genere ma credo che la contaminazione sia fondamentale per non stagnare e tirare fuori sempre proposte nuove e fresche purché siano di qualità. Anche noi siamo dei frequentatori sia di concerti metal che punk o hardcore. Per noi le barriere non esistono.

4-"Siete stati recentemente protagonisti di una serata organizzata da STEEL ATTACK, un collettivo cagliaritano che sta riportando il suono old school nel capoluogo. Come vi siete trovati?"

Ziro: benissimo, siamo stati trattati da dio e anche la serata è stata veramente divertente. I ragazzi che sono venuti a vedere il concerto erano carichissimi e siamo stati sorpresi nel sentirci dire che era un bel pezzo che a un concerto metal non si vedeva pogare da un bel pezzo. La cosa ci fa un sacco piacere. Speriamo non passino ancora anni prima di tornare!

5-"Elencate 5 dischi (o più) che vi hanno formato e dateci una breve descrizione per ognuno."

Ziro: domanda sempre difficile… te ne potrei dire sicuramente uno che è

 “Ride The Lightning” dei Metallica perché per me è il disco Thrash Metal perfetto: contiene melodia e aggressività e nessuno dei brani mi stanca mai quando lo ascolto.

 Altri ti direi Van Halen, il primo disco, per il modo di suonare la chitarra che mi ha stra influenzato. 

Slayer con South Of Heaven per la capacità di essere pesanti senza andare ai 200 all’ora.

 Age Of Quarrel dei Cro-Mags che, anche se non è stata la prima band hardcore che ho ascoltato, mi ha fatto capire che metal e hardcore punk possono convivere tranquillamente e aggiungere violenza al primo.

6-"Notoriamente, essere una band italiana non ha mai favorito nessuno (almeno fino a qualche eurovision fa). Toglietevi qualche sassolino dalle hi-top e fateci capire cosa non va, anche se vediamo che il vostro progetto ha un ottimo riscontro."

Ziro: tante cose non vanno, ci vorrebbe un’analisi sociale di quello che c’è in Italia per capire perché è così difficile per una band italiana emergere rispetto una inglese, tedesca, belga o, ovviamente, americana. Però guarderei il bicchiere mezzo pieno. Ad oggi ci sono molte più band italiane che all’estero si stanno facendo valere e questo, secondo me, è sintomo di una situazione migliore di 10 anni fa. Fleshgod Apocalypse, Fulci, Messa, Hideous Divinity, Frozen Crown e ne starò scordando molti altri. Alcuni possono piacere oppure no, ma stanno facendo la differenza.

7-"L’aspetto grafico di una band non ci lascia indifferenti e abbiamo notato il bel Artwork di Mario Lopez, così come il video Path of pain si ispira molto all’Horror a tutto lattice che ha infestato gli anni 80 e 90, anche i vostri testi hanno quest’ispirazione parlateci un po' di tutto."

Ziro: certamente. La musica è solo parte di tutto quello che è una band. Senza curare la parte estetica una band è realizzata a metà. La parte visiva fa da complemento a quella sonora, sia a livello di artwork che di immagine coordinata completa (dal look sul palco, al merchandise, gadget, foto, video, ecc..). Tutto deve rispecchiare l’essenza della band.

8-"E a proposito di disegni e grafiche, sappiamo che il vostro Axeman Ziro fa dei lavori niente male. Se vuole, parlare di quello che fa questo è il momento (così come se volete spingere side project, band di amici\cugini o altre attività)."

Ziro: grazie mille per i complimenti! Si mi occupo di artwork ed illustrazione per band, e design in generale. Molti degli artwork e design del merchandising dei Game Over, come delle altre mie band, li realizzo io. Così come gran parte delle grafiche che realizziamo per i nostri canali e per la comunicazione riguardante la band. Per quanto riguarda la stampa del merchandising poi ci pensa Sanso, che ormai gestisce questo aspetto del nostro merchandising avendo la sua attività di serigrafia Split Image. 

9-"Il nome Game Over ci riporta all’ambito videoludico, siete dei fan di quello che gli adulti chiamano i 'giochini elettronici'... Se foste dentro un bel cabinato da sala anni 80\90, che tipo di gioco Arcade sareste?"

Ziro: bella domanda! Mi piacciono i giochi un po’ retro ma non eccessivamente vecchi. Sono maggiormente legato a quelli fine anni ‘90 e primi 2000. In particolare ai vari picchiaduro. Ti direi quindi un Tekken senza dubbi, Yoshimitsu è sempre stato il mio preferito. Ho comunque sempre fatto schifo.

10-"La tortura è finita, siete liberi (per ora…anche se non avete la seconda cover dei Motorhead). Spazio libero."

 Ziro: grazie mille per lo spazio che ci hai dato! A chi legge ascoltatevi il nuovo disco “Hellframes” uscito qualche mese fa e ci vediamo a uno dei prossimi concerti sopra o sotto il palco!




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GAME OVER INTERVIEW

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1-Hellframes is your fourth album. Many young bands inspired by an old-school sound, starting around the same time as you, have imploded or ended up making questionable choices with their sound. You, however, seem cohesive and unwilling to back down. How have you kept this band together so far?

Ziro: Hi guys and thanks a lot for the space you’re giving us, it's a pleasure to do this interview. I think I speak on behalf of the whole band when I say that the only way to move forward is to have passion for what you do, have a common goal, and be consistent (things we ourselves didn’t always adhere to in the past). This reflects on everything: from the sound, to live activity, to relationships with collaborators, and everything else that surrounds it

2- This album, while firmly anchored in Thrash metal stylistics, still seems to find solutions that don't collapse in on themselves but contribute to the dynamism of the full length, such as the inserts curated by TV Crimes (who has already collaborated with Fulci). Was this a calculated turn or something that exploded by chance?

Ziro: With this record, we worked a lot on the songs and what we wanted to achieve from the album as a whole. We didn’t write impulsively as we did in the past, but we focused a lot on the structure of the songs and their final delivery. This is due to the maturation that comes over time when writing songs, the influences of a certain period, and definitely choices made beforehand. We wanted a record that was "dark," that was Thrash but also had our stamp. The collaboration with Dome from TV Crimes and Fulci almost happened by chance when we met him in a club in Milan. Jokingly, I threw out the idea of him doing a feature on our latest record, and he immediately got excited and jumped on board.
 
3 - We can’t stand two things about the 'revival' Thrash that has lasted since the early 2000s: bands without singalongs (which isn't your case) and all those supposed experts who reject the punk/hardcore influences on the genre. Where do you stand? Steel purists or happy if there are some mohawks in the pit?

Ziro: Absolutely the latter. Our genre is punk but played by metalheads. It’s the foundation of Thrash history. Without punk, it wouldn’t exist, just as it wouldn’t without Heavy Metal. Dividing different facets of what, for me and us, is a single large underground scene makes no sense. One can appreciate or dislike a genre, but I believe that contamination is essential to avoid stagnation and always bring out new and fresh proposals, as long as they are of quality. We are also attendees of both metal and punk or hardcore concerts. For us, barriers do not exist.

4 - You were recently part of an evening organized by STEEL ATTACK, a collective from Cagliari that is bringing back the old school sound to the city. How did you find it?

Ziro: Great, we were treated like gods, and the evening was really fun. The kids who came to see the concert were super pumped, and we were surprised to hear that it had been a long time since they had seen such a mosh at a metal concert. This makes us very happy. We hope it won't be years before we return!

5 -List 5 (or more) albums that shaped you and give us a brief description of each.

Ziro: This is always a tough question… I can definitely tell you one, which is “Ride The Lightning” by Metallica because, for me, it is the perfect Thrash Metal album: it contains melody and aggression, and none of the songs ever tire me when I listen to them. Others would be Van Halen's first album, for the way of playing the guitar that greatly influenced me. Slayer’s “South Of Heaven” for the ability to be heavy without going 200 mph. “Age Of Quarrel” by Cro-Mags, which, even if it wasn’t the first hardcore band I listened to, made me realize that metal and hardcore punk can coexist peacefully and add violence to the former.

6 - Notoriously, being an Italian band has never favored anyone (at least until a few Eurovision contests ago). Get some stuff off your chest and let us know what’s wrong, even though we see your project is very well received.

Ziro: A lot of things are wrong; it would take a social analysis of what is happening in Italy to understand why it is so difficult for an Italian band to emerge compared to an English, German, Belgian, or, obviously, American band. However, I would look at the glass half full. Today, there are many more Italian bands that are making a name for themselves abroad, which, in my opinion, is a sign of a better situation than 10 years ago. Fleshgod Apocalypse, Fulci, Messa, Hideous Divinity, Frozen Crown, and I’m sure I’m forgetting many others. Some you may like or not, but they are making a difference.

7 - The visual aspect of a band does not leave us indifferent, and we noticed the beautiful artwork by Mario Lopez, as well as the video 'Path of Pain' being heavily inspired by the latex horror that infested the 80s and 90s. Do your lyrics also draw from this inspiration? Tell us a bit about it all.

Ziro: Certainly. Music is only part of what a band is. Without taking care of the aesthetic part, a band is only halfway realized. The visual part complements the sound, both in terms of artwork and complete coordinated image (from the look on stage to merchandise, gadgets, photos, videos, etc.). Everything must reflect the essence of the band.

8 - And speaking of drawings and graphics, we know that your axeman Ziro does some pretty cool work. If he wants to talk about what he does, this is the time (as well as if you want to promote side projects, bands of friends/cousins, or other activities).

Ziro: Thanks a lot for the compliments! Yes, I do artwork and illustration for bands, and design in general. Many of the artworks and merchandise designs for Game Over, as well as for my other bands, are done by me. Just like most of the graphics we create for our channels and band-related communication. As for the merchandise printing, Sanso takes care of it, as he now manages this aspect of our merchandising with his screen printing business, Split Image.

9 - The name Game Over takes us back to the gaming world. Are you fans of what adults call 'electronic games'... If you were inside a nice arcade cabinet from the 80s/90s, what type of Arcade game would you be?

Ziro: Good question! I like games that are a bit retro but not too old. I'm more attached to those from the late '90s and early 2000s, particularly various fighting games. So I’d say definitely a Tekken, with Yoshimitsu always being my favorite. Although I’ve always been terrible at it.

10  - The torture is over, you are free (for now...even though you don’t have the second Motorhead cover). Free space.

Ziro: Thanks a lot for the space you gave us! To those reading, check out our new album “Hellframes” released a few months ago, and see you at one of the next concerts, on or off the stage


 
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Scemo - Abisso

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Gli Scemo sono un power trio lombardo (Bandcamp dice di Milano) che ci presanta "Abisso" seconda tape autoprodotta dopo "Caccia alle streghe" di qualche tempo fa. 

La velocità e la malmostosità sono le componenti essenziali di questa release rosa dalle coordinate hardcore classico, con delle derive fast mica da ridere.

In 6 minuti scarsi dispensando disagio, rabbia ed emotività con un piglio che ricorda Crash Box e Indigesti ma suonanti con l'isteria dei Los Crudos. Un approccio Less Is More in quanto nella line-up non è presente un bassista, ma il connubio corde altre+batteria mandata a 100000000000000 crea un efficace tappeto su cui Alessandra riversa dei testi che fanno del malessere la loro bandiera di cui il testo di Nausea è un buon rappresentante "Nulla nulla nulla da capogiro. nulla nulla nulla intorno a me. Nausea, un senso di abisso - non ci sto dentro. Nausea, un senso di abisso - dentro di me. E un nodo di serpi ben stretto in gola, nel petto." 

Un lavorao breve, rabbioso, consapevole e senza compromessi. Un lavoro hc.

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Scemo are a trio from Lombardy (bandcamp says Milan) who introduce us to "Abisso", the second self-produced tape after the "Caccia alle Streghe (witch hunt)" of some years ago. 
Speed and uneasuiness are the essential components of this pink tape with classic hardcore mainstays with fast core  tuoches  that are delivered in less than  6 minutes dispensing discomfort and anger with an approach similiar  of  italian icon like Crash Box and Indigesti forced to the hysteria driven sound of Los Crudos. A Less Is More approach as there is no bass player in the line-up, but the combination of guitar + drums sent at 666 mph creates an effective carpet on which Alessandra spit out lyrics that makes her hate evident their song Nausea is a good example "Void void void dizziness. Void void void around me. nausea, abyss - can't take it anymore. Nausea, abyss - inside of me.and a noose made of serpents tight in my throat, in my chest".
A short, angry, conscious and uncompromising Ep. An hc EP.

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INTERVISTA AI TENEBRA

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1) I Tenebra nascono nel 2017 e molti dei vostri componenti gravitano attorno alla scena punk hardcore bolognese o a generi più estremi. Da dove nasce la necessità di questo viaggio alla riscoperta delle radici settantiane della musica pesante?
Claudio: Musicalmente, l'hardcore, il punk, il metal, sono sottogeneri del rock. Fatto salvo certi esperimenti che, in qualche modo, sfociano nella musica d'avanguardia (basti pensare a Mick Harris dei Napalm Death) anche la musica estrema sfrutta in parte la teoria, la tecnica e la strumentazione che usava Chuck Berry. Tutto questo preambolo per dire che, prima o poi, se sei appassionato di musica, la curiosità di scoprire su cosa è nata la tua piccola sottocultura, ti viene. Poi, senza volere scadere nella retorica dei "grandi maestri", la cosa che secondo me affascina di più della musica anni '60 e '70 è che, dato che era un mondo in fieri, c' era una libertà musicale che, appunto, con i sottogeneri e le sottoculture, si è un po' persa. Ecco, a noi, suonare così ci dà il permesso di spaziare di più tra i generi di come potresti fare in ambiti più codificati.

2) Abbiamo avuto il piacere di vedervi live a Cagliari e di scambiare quattro chiacchiere con voi. Vorremmo tornare sull’interessante teoria di Emilio sulla connessione tra grunge e revival 70iano. Parlatecene qui.
Emilio: Premesso che "grunge" è un termine generico, penso che la cosa che avevano in comune i gruppi del "pacific northwest" fosse proprio l'essere partiti dal circuito DIY (almeno molti di quelle band) e avere poi preso ampiamente dal classic rock. I Nirvana hanno giocato con i Beatles, i Soundgarden venivano anche chiamati "Led Sabbath", i Mudhoney erano ossessionati dal garage locale, i Melvins pescavano a piene mani dal rifferama di Masters of Reality e i primi Screaming Trees avevano molto a che fare con la psichedelia acida di San Francisco.
Oggi è la norma, ma quella scena ha abbattuto definitivamente il tabù del punk nei confronti del rock precedente al punk, quello che, polemicamente, i punk inglesi chiamavano “dinosaur music”. Non sono stati gli unici, il rock underground americano ribolliva di questa ibridazione dai primi '80, ma furono quelli che lo fecero definitivamente.


3) Tornando sull’argomento live e vibes legate al vostro concerto, concordiamo nell’affermare che siano state molto punk con un live serratissimo e senza momenti morti. Quanto c’è di conscio e di inconscio in questa scelta? Ci sono ancora delle realtà punk hardcore che meritano una menzione?
Emilio: Il fatto è che a Silvia non piace molto parlare ed è l’unica col microfono in mano!
A parte gli scherzi, è una cosa voluta, ci piace che nella setlist i pezzi si compenetrino l’uno nell’altro: in questo modo riusciamo a suonare una o due canzoni in più.
Almeno personalmente ai concerti mi piace andare ad ascoltare la musica e francamente tra i social e le interviste ogni band ha enorme spazio per esprimere le proprie opinioni. A me poi il declama politico al concerto mi è sempre sembrato un po’ svilente rispetto all’argomento trattato, perché diventa parte dello show, diventa spettacolo e penso che mai come adesso la politica, a tutti i livelli, avrebbe bisogno di una forte dose di serietà.
Ci sono ancora tantissime band punk, hardcore e “mutanti”, ma comunque legate al DIY, validissime: I Marnero, i Lleroy, le Hyle, Call The Cops, Methedrine, Cancer Spreading, Fanteria di Prima Linea, Antares… E la lista potrebbe continuare per giorni.
Poi c’è il fatto che il circuito punk/diy, di fatto, in Italia, rappresenta l’underground nella sua totalità. È l’unica realtà che offre spazi dove suonare pure per chi è alle primissime armi e una rete di contatti, ma anche di competenze (etichette, promoter, grafici) di buon livello. Se esiste un underground popolato, qui da noi, lo si deve al punk hardcore

4) MoonGazer è davvero un disco interessante, che riesce a catturare quel senso di liminalità di bands proto-metal come May Blitz, Jerusalem e Wishbone Ash, tra astrazione prog e muscolarità blues, dipingendo degli scenari conosciuti ma al tempo stesso intimi. Volete raccontarci come è stato registrato e concepito? Una menzione speciale va alla cover art di Marcello Crescenzi, che ricorda una versione aliena di Winsor Mcay cosi come il layout curato dal vostro batterista Mesca, anche nel precedente GEN NERO c’era il vostro zampino grafico. Oltre alla storia sonora raccontateci, anche la storia visiva dei Tenebra.
Mesca: Beh, intanto grazie!
Il disco è stato scritto, al 70%, prima della pandemia, poi purtroppo è iniziato il covid e gli ultimi 3 pezzi li abbiamo composti palleggiandoci qualche demo via email. Le registrazioni delle tracce base, basso, chitarra e batteria, sono avvenute in presa diretta, durante il primo allentamento delle restrizioni, in 4 giorni, in uno studiolo qua sull’appennino vicino Bologna. Gli overdubs e le voci li abbiamo fatti schivando altri periodi di distanziamento sociale, un po’ in sala prove, un po’ nell’home studio di Emilio, che ha gestito tutte le sessioni. Insomma è stata una gestazione un po’ travagliata, che però ci ha dato modo di avere molto tempo per arricchire gli arrangiamenti e inserire qualche ospite, tra cui voglio citare Gary Lee Conner degli Screaming Trees che fa un assolo di chitarra su Moon Maiden.
Marcello è un amico da sempre, realizzò anche una copertina per un altro mio gruppo, gli ED, tanti anni fa. È stata una scelta naturale perché oltre ad essere bravissimo ha avuto un’evoluzione piuttosto simile alla nostra: dal punk al classic/hard rock e quindi volevamo che fosse della partita.
Sia io che Emilio, di mestiere, ci occupiamo di grafica, anche se lui è più spostato verso i video, infatti ha realizzato quattro clip per la band.
Non credo esistano delle linee guida precise per l’immagine della band, semplicemente mischiamo le cose che ci piacciono: un po’ di temi oscuri, un po’ di psichedelia, l’amore per il liberty (quanto bel liberty che avete a Cagliari!), la pasta fotografica del Super8. Credo ci piaccia così: essere un po’ un mix di cose, anche nel modo di vestire secondo me si vede


5) La domanda signature di xUndisputed Attitudex: prendete i 5 (o più) dischi che vi rappresentano e scriveteci due righe su ognuno.
(risposta collettiva)

  • Jerusalem - S/T: perché è un disco grezzo, con un songwriting acerbo, ma delle melodie indimenticabili.
  • King Crimson - Red: Qui il songwriting è maturissimo, ma rimangono le melodie e le armonie stellari: un disco che ti prende per mano e ti porta via.
  • Bad Brains - Roir Tape: Perché demolisce il luogo comune che nel punk non si sapesse suonare.
  • Skip James - Today!: Qui Skip, oramai sessantenne, rilegge il suo repertorio con la classe e la maturità di un adulto, ma con una verve completamente luciferina: commovente.
  • Roky Erickson - The Evil One Plus One: Perché è il disco di un hippy che si misura con i suoi demoni, finendo per fare un album super heavy ("Night of the Vampire" l’hanno coverizzata pure gli Entombed) e perché Roky spaccava tutto.

6) Il vostro EP “What We Do is Sacred” si chiude con la mitica “Primitive Man” dei Jerusalem. Di tutto questo filone proto-metal cosa vi colpisce e cosa vi porta a riscoprire un disco magari sottovalutato?
Claudio: Come si diceva poco sopra, in particolare, l’unico disco dei Jerusalem è interessante perché è la fotografia di una band per certi versi ancora acerba, ma con tante idee ed energia da mettere sul tavolo. Quell’album è sostanzialmente l’antitesi di come viene fatta la musica oggi: la scrittura è grezza, ma potente, ci sono un sacco di imprecisioni, il suono è poco rifinito, ma le canzoni sono potenti e ti rimangono in testa. Ecco, a me il rock piace così, quando sento che un disco è super editato e iperprodotto è come se togliessero la linfa vitale alla musica. A cavallo tra anni ‘60 e ‘70, anche per motivazioni tecniche, i dischi suonavano molto più selvaggi e diretti e, almeno per me, questo è uno degli aspetti che preferisco di quella stagione.


7) Il doom, il rock di matrice settantiana e lo stoner sembrano vivere una seconda vita e anche in Italia sono in ascesa gruppi come i Messa, Ossuary o realtà affermate come Black Capricorn o Doomraiser. Come vedete questo nuovo interesse per generi che venivano chiamati “scontati “ fino a qualche anno fa?

Mesca: Secondo me, al di là del genere che si suona, contano le canzoni e la musica. I gruppi che citi scrivono buona musica. Poi le mode sono cicliche, quando esplose il primo stoner rock, ad inizio anni ‘90, con gruppi come Kyuss, Fu Manchu e Sleep un sacco di gente storceva il naso perché lo trovavano un fenomeno prettamente revivalistico, eppure tutte le band che ho citato sono, ancora oggi, fenomeni assolutamente di culto. Il fatto è che la loro musica è buona e schietta e questa cosa vale sia che suoni con il Marshall a 11, sia che tu esegua il tuo repertorio con un pianoforte.

8) Bologna era “la città più libera del mondo”, ma ultimamente chi ci vive sembra dare un’immagine di una città tarlata dalla gentrificazione e difficilmente vivibile, oltre che svuotata di quella dinamica antagonista che era il suo marchio di fabbrica. Voi che Bologna avete vissuto e che Bologna state vivendo?
Emilio: Bologna è una città molto cambiata negli ultimi dieci anni. Le amministrazioni locali hanno optato per renderla un salottino turistico mordi e fuggi e quindi di “ripulirla” di qualsiasi elemento che potesse incrinare la superficie della città/vetrina.
Purtroppo, tutta una serie di tipologie di luoghi che avevano reso Bologna culturalmente rilevante a livello internazionale (per dire, ad Atlantide Occupata, un posto a noi molto caro, un sacco di band straniere, anche grosse, pretendevano di fare una data dei loro tour, perché spaccava così tanto), sono stati prima lungamente osteggiati, poi sgomberati.
D’altronde cosa si può pretendere da un sindaco che inaugura orgogliosamente la mostra delle sculture kitsch della moglie di Marco Di Vaio (un ex giocatore, poi dirigente del Bologna calcio) e che si fa fotografare felicemente con influencer da quattro soldi?
Poi intendiamoci, la città è ancora molto viva, i club, anche piccoli ed economici, ci sono, ma quelle infrastrutture creative che erano potenzialmente alla portata di tutti sono scomparse. Rimane la gente in gamba, finché dura.


9) In “Moongazer” sono assenti i testi, mentre i titoli delle canzoni sembrano rimandare a delle tematiche spaziali o quasi extracorporee. Vi va di raccontarci l’immaginario dei Tenebra, che sembra slegarsi molto dall’immaginario zolfo e fiamme tipico di un certo filone?
Silvia: I testi trattano principalmente di cose personali e di sensazioni, anche se magari rappresentate in maniera allegorica. Li scrivo con un occhio rivolto a quando verranno suonati dal vivo, alle emozioni che potranno trasmettermi quando sarò sul palco. Molti dei riferimenti vengono da autori anglofoni a cavallo tra XVIII e XIX secolo come Percy Shelley, William Blake, Charlotte Perkins Gilman e molti altri.Parte dell’ispirazione arriva anche da certi pamphlet e volantini anni ‘60 e ‘70 che ho trovato nei mercatini dell’usato. L’occultismo propriamente detto non fa parte del mio immaginario. Visivamente abbiamo usato spesso un panorama esoterico, che si rifà alle stampe del XVI secolo, però non ci riteniamo per niente una band “occult”, anzi, tutto sommato, siamo persone abbastanza illuministe, scientifiche direi!

10) Consigliateci un po’ di band vostre amiche che ci siamo persi.
Mesca: Già la nostra sala prove è un ottimo ricettacolo di super band. Ci sono i Chow, gli Shrieking Demons, i WasteCult. Poi ci sono tutte le “altre” band in cui suoniamo, io con Horror Vacui ed Ed, Claudio con gli Assumption.
Sempre del giro Assumption/Giorgio Trombino ci sono i Bottomless e i Becerus.
Poi mi vengono in mente band con le quali abbiamo suonato, tipo gli Hemp e i Fakir Thongs. Poi i già nominati Marnero, Lleroy, Antares. Poi la smetto qui perché se no finiamo domani!

11) Spazio libero. Grazie per il vostro tempo!
Silvia: Grazie a voi per questa intervista! Ci è piaciuto molto suonare in Sardegna, speriamo ci sia occasione di tornare prima o poi!


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