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I Chain Cult sono una band Dark-Punk di Atene che ha tirato fuori quello che è probabilmente il miglior demo del 2018, confezionando un EP già maturo e dal tiro irresistibile.
Lasciamo dunque la parola a loro.
1) La Band ha esordito con una demo in cassetta limitata in 150 copie, che è stata prontamente ristampata in LP da La Vida Es Un Mus. Avevate preso in considerazione l’interesse di una label straniera? Siete entustati del suono? Quali saranno i vostri prossimi passi a livello di uscite?
Jason: Amiamo quelle canzoni e volevamo ristamparle in vinile perché non ristamperemo la cassetta e non avevamo abbastanza soldi per fare il disco da soli. Quindi abbiamo mandato qualche cassetta alle etichette che amiamo, chiedendo loro di ristamparla. Paco di La Vida Es Un Mus ha detto di sì! Ha anche fatto uscire il nostro 7” Isolated. Il sound della demo è diretto e semplice. Ora stiamo registrando il nostro Full lenght e vogliamo un suono più anarcho punk, ma in un modo post-punk, se capite cosa intendo.
Dino: Sì, finora siamo soddisfatti. Il nostro sound è abbastanza pulito, ma non direi radio-friendly, e questa è una cosa che mi piace abbastanza, tiene viva la fiamma del punk. Non cambierei poi molto. Il nostro prossimo album suona come una combinazione della demo e dell’EP, più i nuovi elementi menzionati da Jason, come l’anarco-punk e il tocco un po’ più rock.
2) Parliamo dell’aspetto grafico della cassetta. Siamo rimasti colpiti da come il “look” della cassetta si adatti perfettamente al sound. Tutto è perfetto: la copertina, il vostro logo e lo sticker incluso. Chi è il responsabile della grafica? Per voi è importante l’aspetto grafico della vostra band?
Jason: L'aspetto grafico dei Chain Cult è importante come la musica. Abbiamo deciso di lavorare con Aris perché amiamo i suoi lavori, e ha capito esattamente quello che volevamo, perché conosce il sound, l’estetica e ci conosce come persone. Quindi è stato facile riflettere queste cose nella copertina/logo/t-shirt e nei volantini dei nostri concerti. Potete trovare altri suoi lavori da advisions.bigcartel.com e su insta cercando “adaimonvision”
3) Ci è arrivata voce che la Grecia ha avuto una scena post-punk\darkwave fantastica negli anni che furono. Sinceramente non ne sappiamo molto. Illuminateci, vogliamo conoscere band greche che non siano i Chain Cult o i Necromantia (sì, siamo amanti del metal, quindi se conoscete qualche bel gruppo heavy\speed va bene uguale).
Dino: È vero! Abbiamo avuto delle band fantastiche di dark-wave anni 80 e sono molto felice che le persone stiano rispolverando questa roba. Potete dare un ascolto a: Χωρίς Περιδέραιο, Metro Decay, Alive She Died, Clown. La mia band preferita dei vecchi tempi sono i Γενιά Του Χάους, che sono punk-hardcore ma hanno un’atmosfera grigia e oscura. C’è pure un’ondata di revival di questo sound con band nuove come Era Of Fear, Cold I, Σκοτοδίνη, e Αρχή Του Τέλους dove suona il nostro batterista Vangelis. Mi piace l’heavy metal, ma non sono esperto nella nostra scena metal locale, cercatevi però i Sacral Rage che spaccano i culi!
4) Dateci 5 o più dischi che sono stati fondamentali per voi con una breve descrizione per ognuno
Dino: Cinque dischi personali che penso incontrino anche I gusti di Jason e Vangelis:
• Blitz – Second Empire Justice
• Cure – Disintegration and Pornography
• Wipers – first three or even the whole discography
• Chameleons – Script Of The Bridge
• Zounds – The Curse Of Zounds
• The Sound – Jeopardy
5) Avete scelto la lingua inglese per espandere il più possibile il vostro messagio o perché il greco non si adatta alla vostra muscia? Ci sarà spazio per il greco in futuro?
Jason: Amiamo il punk cantatO in Greco, abbiamo però optato per una soluzione più internazionale, anche se abbiamo discusso l’idea di mettere qualche testo in greco in futuro.
6) Parlando del contenuto dei testi vediamo, un bilanciamento tra dei teti rabbiosi/melancolici con delle tracce di politica. In che percentuali i testi sono influenzati da questo “state of fear” in cui viviamo?
Jason: Ci sono delle lotte\delusione\routine devastanti di cui parliamo nei nostri pezzi ma allo stesso tempo essere politicizzati e prende una posiziono e un aspetto molto importante del punk e delle nostre vite e volevamo tirarcelo dentro. Aspettatene di più nel futuro! “State Of Fear” è proposito dello stato di polizia distopico che è la realtà in cui viviamo dove la repressione è attorno a noi e certe volte ci comportiamo come se non fossero reali e quando sentiamo certe notizie scioccanti da altre parti del mondo diciamo: oh ma non accadrebbe mai qui. Ma succederà se non reagiamo.
7) Siete attivi nella scena DIY? Quali sono in migliori aspetti e le parti peggiori di vivere la scena Punk\DIY di Atene?
Jason: Organizziamo concerti, aiutiamo a fare eventi benefit più grandi, portiamo in giro le band con il furgone, Vangelis ha qualcosa come 10 band e Dino sta scrivendo una fanzine che si chiama Winterview.
Dino: Sono stato più attivo quando vivevo in una città più piccola, in cui se non avessi fatto tutto da solo, con quei 4-5 amici/compagni non si sarebbe fatto nulla. Atene è immensa e ci sono molte cose interessanti organizzate da altri. Mi piace molto che i concerti si facciano ogni settimana in questa città, e sono molto affollati (200-300 persone), avvolte anche 1000! I concerti sono organizzati in squat, Spazi DIY, complessi universitari o posti all’aperto, con un suono abbastanza buono quasi ogni volta. Penso solo che abbiamo bisogno di più band locali nella scena. Io ascolto perlopiù band estere e vorrei invertire la tendenza. Un’altra cosa è che la città è molto isolata ed è difficile da raggiungere per le band DIY straniere che vengono a suonare qui. In ogni caso, abbiamo cominciato ad invitare molte bands straniere, quindi le cose stanno cambiando un po’ (ride).
8) Il Femminismo e l’inclusione LGBT è diventato uno degli argomenti più importanti nella scena punk mondiale. Ci sono gruppi femministi ed LGBT nella vostra scena DIY o c’è una chiusura su questi argomenti?
Jason: Il Femminismo e l’inclusione LGBT sono certamente argomenti importanti della scena DIY greca, anche se nella maggior parte dei casi il punk greco è stato prevalentemente dominato dai maschi. Siamo felici di vedere che giorno dopo giorno la cosa stia cambiando, con più ragazze e persone della comunità LGBT attive nella comunità e nelle band, o che fanno zine, volantini o gruppi politici legati a questi temi!
9) Cosa fate oltre la band? I punk sono ancora reietti in Grecia o lo stigma si è perso?
Dino: Decisamente no! Credo che la maggior parte dei punx occidentali siano middle-class/bianchi e privilegiati e anche i più estremi sono assimilati alla normalità della società comune. Mi fa ridere e preoccupare allo stesso tempo vedere i punk mettere le foto dei concerti/festival su Instragram… e mi ci metto anche io. Seriamente, c’è una grossa mancanza di gruppi punk con un messaggio politico forte al giorno d’oggi. Penso che se ci fossero dei reietti in qualche modo si sentirebbe la loro voce. Ho studiato ingegneria elettronica e al momento sono disoccupato e confuso.
10) Promuovete le band di amici o i side projects!
Dino: un po’ di band greche che spaccano: Gay Anniversary, Χωρίς Οίκτο, Ruined Families, Antimob and metal like: Dead Congregation, Tristengrav. I also play in Dirty Wombs
11) Spazio libero per voi! Grazie!
Dino: Vi ringraziamo per il vostro interesse!!! Suoneremo in Italia tra due settimane, a Roma e a Firenze. Venite a conoscerci! Ci piacerebbe visitare ancora l’Italia in futuro. Grazie tante!
[N.d.A: I Chain Cult hanno suonato in Italia lo scorso mese, ma non abbiamo fatto in tempo a caricare l'intervista prima dei loro concerti].
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