1) I The Unborn sono un branco di killers mascherati devoti all’oi, allucinati dai film horror di serie B e dai Video Nasties. Come nasce l’idea di una band dedicata a queste tematiche? Raccontateci la vostra storia.
L’idea è nata proprio dal nostro amore sia per l’horror sia per la musica street punk e Oi! Inoltre, siamo persone piuttosto motivate dal punto di vista politico, e visto che il cinema del terrore vanta un bel repertorio di film dal contenuto politico o quantomeno sociale, ci è sembrata una buona idea fondere queste nostre passioni. Ci piace l’uso della metafora e in genere non impazziamo per gli slogan urlati, perciò preferiamo ricalcare l’approccio di film come Hanno cambiato faccia (1971) di Corrado Farina ed Ecologia del delitto (1971) aka Reazione a catena di Mario Bava, che intrattengono e trasmettono dei messaggi importanti, senza annoiare.
2) C’è il vostro SLASHER (street punk anthems), uscito ormai da qualche tempo ma ancora sporco di resti umani. Raccontateci di queste 12 tracce che grondano violenza e cori da sottopalco violento!
Slasher – Street Punk Anthems è uscito alla fine del 2019. Non appena abbiamo iniziato il tour di promozione, il mondo si è fermato a causa della pandemia, per cui abbiamo potuto fare una sola data tra quelle previste. Nonostante questo, il disco è andato bene e siamo molto fieri dei risultati. Si tratta del nostro unico album, che molto probabilmente rimarrà tale, visto che preferiamo formati come il singolo o l’EP, o al limite il MLP. Slasher è un tributo allo slasher e al giallo all’italiana – a cui il sottogenere slasher deve molto – e anche nella grafica abbiamo voluto rendere omaggio sia a questi filoni cinematografici sia alle nostre passioni musicali e sottoculturali, visto che sia il titolo che la copertina fanno il verso all’album A Way of Life – Skinhead Anthems (1982) dei Last Resort, mentre il finto catalogo di capi d’abbigliamento a tema horror che trovate all’interno è una parodia del catalogo dello storico negozio londinese The Last Resort, da cui deriva il nome della band in questione. Le parti grafiche sono state realizzate da Alessandro Aloe (Moriarty Graphics), con layout di Crombie Media. Alessandro è un amico e collaborare di vecchia data, infatti aveva già realizzato la copertina del nostro singolo di debutto, Obey (2017).
3) Di recente avete fatto uscire un nuovo singolo intitolato "Visitatori". Parlatecene.
Il singolo è stato prodotto da Crombie Media e la parte grafica è ancora una volta di Alessandro Aloe. Si tratta di due brani (la title-track e Quinta colonna) ispirati al franchise Visitors di Kenneth Johnson e alla gestione autoritaria e scriteriata della pandemia, che in quasi tutte le parti del mondo ha aumentato il divario tra le classi subalterne e quelle dominanti. Se i governi avessero a cuore gli strati meno abbienti della popolazione, probabilmente avrebbero fatto dei passi indietro su come la sanità pubblica è stata gestita negli ultimi decenni, e invece hanno puntato tutto sulla repressione. Quando stavamo ancora lavorando al singolo, sono aumentate le tensioni tra Russia da un lato e Ucraina, Unione Europea e Nato dall’altro, e infatti Visitatori parla anche dello scontro tra grandi potenze a discapito delle classi popolari. Lo stesso Visitors parlava di un eventuale sbocco militare della guerra fredda e del rischio di un’involuzione delle democrazie occidentali: tutto ciò sta purtroppo accadendo sotto i nostri occhi. Visitatori è per il momento disponibile solo in digitale, ma uscirà una versione su cassetta prima della fine dell’anno, sempre per Crombie Media.
4) È evidente la vostra passione per il cinema di genere: nei vostri pezzi vengono citati molti grandi registi come Romero, Cronenberg, Barker, Argento, Bava, Farina, Carpenter… e potremmo andare avanti all’infinto! Quali sono i vostri film preferiti (di genere e non)?
Non ci piacciono molto le liste dei preferiti, perché cambiano a seconda dello stato d’animo e si rischia sempre di dimenticare qualcosa. I film a cui abbiamo dedicato dei pezzi sono indubbiamente tra quelli che amiamo di più, ma ce ne sono molti altri.
5) Riallacciandoci alla domanda precedente, come vedete il panorama horror contemporaneo? Sembra che ci siano registi con idee molto attuali (Peele con il suo Get Out, Mitchel con It Follows, Aster con Hereditary) che portano il genere al suo impatto originale, con un’attenzione particolare ai temi sociali. Dall’altra parte troviamo film come l’IT di Muschietti, che sono non proprio imperdibili e abbastanza vuoti. Voi cosa ne pensate e dove vi collocate?
L’horror degli ultimi anni ci interessa moltissimo, proprio per via dell’influenza esercitata da alcuni film da te citati, ai quali vanno aggiunti almeno Babadook (2014) e The Witch (2015). Purtroppo questo filone sta perdendo qualche colpo per via dell’approccio liberal di alcuni registi, che a dispetto del voler trasmettere messaggi sociali, risultano per l’appunto piuttosto vuoti. Il recente rifacimento di Candyman – Terrore dietro lo specchio (1992), intitolato semplicemente Candyman (2021), fa parte di quest’ultima corrente: tocca argomenti importanti senza scavare a fondo ed evitando una critica radicale alla società. Visto che Peele è stato coinvolto nella produzione, ci saremmo aspettati qualcosa di meglio. Alcuni registi e produttori credono che per fare un film al passo coi tempi sia sufficiente inserire personaggi appartenenti a minoranze etniche, oppure omosessuali, ma questo approccio rappresenta un contentino per le categorie in questione. Si tratta di approccio morbido vòlto a far cassa, che non mira certo a cambiare dalle fondamenta una società malata che si nutre di discriminazioni basate sul colore della pelle oppure sul genere o sull’orientamento sessuale. Per quanto riguarda il remake di IT hai perfettamente ragione: è un lavoro molto curato ma sostanzialmente inutile. Non siamo contro i rifacimenti, i seguiti e i reboot, ma questi dovrebbero aggiungere qualcosa all’originale, altrimenti non ne vediamo il senso.
6) Diteci 5 o più dischi che vi hanno influenzato, con una piccola descrizione per ciascuno di essi.
La risposta è più o meno quella relativa ai film preferiti: un elenco di dischi influenti sarebbe parziale e poco significativo. Diciamo che ci hanno influenzato molto i gruppi Oi! più onesti e creativi, come ad esempio i Blood, mentre l’horror punk è un’influenza secondaria. Ci piacciono alcuni filoni dell’hardcore, come il NYHC, e ovviamente il punk rock di band come i Damned, anche loro molto devoti all’horror. Tuttavia, non crediamo di essere stati influenzati da alcuni dischi o formazioni in particolare.
7) Il vostro look nelle foto delle sembra essere particolarmente influenzato dal killer de “La città che aveva paura”. Casualità o citazione? Le maschere dei live, i più classici balaclava, avranno un’evoluzione o vi sentite a posto così?
Si tratta di una citazione voluta. Dal vivo preferiamo il passamontagna per ragioni pratiche, mentre usiamo le maschere di iuta solo per le sessioni fotografiche. Per il momento stiamo bene così, ma in futuro le cose potrebbero cambiare.
pic by Michela Midossi |
8) Parliamo del lato grafico. Nell’EP Apoi!calypse l’artwork era a cura di Giorgio Santucci (Dylan Dog\Orfani), che ha tirato fuori proprio un bel lavoro; ne viene fuori che sicuramente l’impatto grafico è molto importante per voi. Parlatecene.
Confermiamo che per noi le grafiche per noi sono molto importanti. Giorgio Santucci è un nostro amico e concittadino, e la collaborazione con lui è stata ovviamente molto piacevole. Ha realizzato la copertina di Apoi!calypse, uscito in cassetta nel 2017 e ristampato in vinile l’anno successivo con la stessa illustrazione ma con impaginazioni differenti. Gli scaffali di molti appassionati di musica sono strapieni, e soprattutto con la concorrenza del digitale – con il quale, per inciso, non abbiamo alcun problema – è importante premiare chi decide di acquistare il supporto fisico e sostenere maggiormente la band. Anche per questo curiamo molto le confezioni dei nostri lavori, sia affidando le grafiche a bravi artisti, sia inserendo foto, testi e note all’interno.
9) Il pezzo finale del vostro precedente EP era un tributo all’arcinoto tema di Halloween del maestro Carpenter. Le soundtrack sono quindi un’altra vostra passione? Ci saranno altre aperture in questo senso nel sound dei The Unborn? Conoscete e apprezzate gli Anima Morte e il loro sound ispirato a Frizzi&Co.?
Conosciamo gli Anima Morte e abbiamo una grande passione per le colonne sonore, Fabio Frizzi incluso. Molti nostri brani contengono citazioni di colonne sonore e per il nostro prossimo lavoro abbiamo per l’appunto in mente qualcosa di molto italiano.
10) Free space.
Dopo le difficoltà dovute alla pandemia e all’ennesimo cambio di formazione, siamo di nuovo in piedi. La nuova line-up è composta da persone provenienti sia dal Viterbese che dal Grossetano: due province vicine ed estremamente periferiche, ignorate dalle proprie regioni (rispettivamente Lazio e Toscana), quindi ci capiamo anche sotto questo punto di vista. Stiamo parlando proprio in questi giorni della realizzazione di nuovi brani, che come accennavamo saranno ispirati a un certo maestro italiano dell’horror. Per ora è tutto, grazie per il vostro interessamento e – si spera – a presto!
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