Ucronia è un viaggio doloroso che inizia tra fango e miseria, dove la fine sembra non arrivare mai e, quando arriva, ci si accorge di essere sempre al punto d'inizio: Fango e Miseria.
Gli Iato, band sarda attiva ormai da un decennio scarso,arrivano al terzo disco con un suono ormai ben rodato: un death-grind d'eccezione suonato con una certa perizia tecnica.
Sugli scudi l'ottimo drummer Lorenzo Balia, già passato di qua con i garage-punkers Moo-Rays, così come il resto della band, che con guitar work eccezionale, spezza la monotonia di un genere che spesso si incarta in dei riff troppo monotoni. Questo non è il caso dei nostri, che invece puntano sulla varietà, con riff che vanno a parare sul prog-death e rievocano da una parte gli innesti heavy di "Sound of Perseverance" e dall'altra certe intuizioni che i Nasum introdussero sul loro capolavoro "Shift".
La bassa macelleria chiaramente non manca: i blast-beat si sprecano, e i riff a rotta di collo sono là dove devono essere. Malsane calvacate nel disagio devote ai Misery Index, Terrorizer e Rotten Sound, ma anche provenienti da fonti più prettamente metal come Dying Fetus e Suffocation.
Un plauso va anche ai testi, che narrano di una sorta di concept sul tempo e lo sfruttamento dell'uomo, dove l'uomo ingranaggio di "Tempi Moderni" si tinge di una violenza grind vomitata dalla voce in growl/scream che restituisce il disagio di una razza umana demiurgo di sé stessa, schiacciata dal suo stesso creato.
Fuori in 500 copie in cd per Grimm Distribution (Satanath records) / The Triad Rec.
Bellismo artwork a cura di Simone Pisano.
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Ucronia is a painful journey that begins between mud and misery, and when the end arrives we realize that we are at the starting point: Mud and Misery .
This Sardinian band has been active for almost a decade and now has reached the third album with a well-crafted sound.
An exceptional death-grind played with technical expertise, astonishing performance of the excellent drummer Lorenzo Balia, already reviewed here with the garage punkers Moo-Rays, as well as the rest of the band, that with an exceptional guitar work, breaks the monotony of a genre that often gets stuck into monotonous riffage.
It's not the story of Iato that, instead are focused on variety, with riffs that trepass on to prog-death territory, and recalls on one hand the heavy metal grafts of "Sound of Perseverance" and on the other hand the melo-grind solutions that the Nasums introduced on their masterpiece "Shift".
The aural butchery is clearly not missing, there are plenty of blast-beats and riffs at neck-breaking speed are where they must be, a barrage of noise devoted to the Misery Index, Terrorizer and Rotten Sound, but also to purely metal influences like Dying Fetus and Suffocation.
Kudos goes to the lyrics: a sort of concept on time and the exploitation of man, where the engine-man of modern time is tinged with grind violence and thrown up by the growl/scream vocal that gives back the discomfort of a human race, demiurge of itself and crushed by its own creation.
Out in 500 copies on CD for Grimm Distribution (Satanath records) / The Triad Rec Awesome artwork by Simone Pisano.
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